Salerno: per Salid, Jolly non conveniente

Ci sono businessman che hanno il fiuto degli affari nel Dna, una sorta di quinto senso e mezzo genetico. Capaci di ricoprire cariche in ben 46 società diverse. Ci sono businessman, come Maurizio Nicola Dattilo da Milano, classe ’63, capaci di guardare lontano, oltre i propri confini geografici pur di cacciare una grande affare.  Alle 10 del mattino del 31 marzo 2009, Maurizio Nicola Dattilo, presidente ed amministratore unico della Sist srl, convoca l’assemblea ordinaria della sua società. Costata, grazie all’aiuto della segretaria Katia Garritano, la presenza dell’intero capitale sociale, in proprio e per deroga ed inizia. Spiega a quelli di Spafid (Mediobanca), di Gestifin spa (ovvero Maurizio Dattilo, il “gemello” di Maurizio presumibilmente, visto che li differenzia solo il codice fiscale, ma non il luogo e la data di nascita) e Fondazione Cassa di Risparmio Bologna, che c’è un investimento che vale proprio la pena fare lì al Sud, a Salerno. Un affarone! Espone ai soci “la possibilità di acquistare un ramo d’azienda immobiliare/alberghiero sito in Salerno, comunemente individuato come Jolly Hotel”. L’assemblea ascolta prima e poi chiede chiarimenti. A quel punto Maurizio Dattilo, che ha fiuto per gli affari, racconterà che in realtà il Jolly Hotel sarà abbattuto per diventare una fetta consistente del condominio Crescent e che quindi l’affare immobiliare ha una sua rilevanza. Non sappiamo se ha visto il mega plastico del sindaco, presentato a Salerno, una decina di giorni prima. Non sappiamo se ha ascoltato le morigerate dichiarazioni del sindaco sul Crescent del tipo “è l’opera di una vita intera”, oppure “la nuova storia di Salerno” o addirittura “un giorno vorrei essere sepolto al centro della piazza del Crescent” . Fatto sta che il Dattilo convince tutti che è davvero un affare, in verità non sarà stato molto difficile farlo, ed ottiene “i più ampi poteri, con firma singola, perché possa, tramite tutti gli adempimenti, compresa l’accensione di finanziamenti con concessione di ipoteca, relativi all’acquisto del ramo d’azienda Jolly Hotel, per un prezzo non superiore ai 15.500.000 euro”. Ma gli altri, quelli che sono proprietari del Jolly accetteranno? A queste cifre? Cioè a poco più di zero, praticamente al costo del mutuo esistente di 15 milioni di euro, per un ramo d’aziende che ne vale poco più di 15 milioni di euro. Sembrerebbe impossibile, ma Maurizio Nicola Dattillo, di mestiere businessman, sa il fatto suo! Passa meno di una settimana: il 6 aprile si riunisce un altro consiglio di amministrazione. Non siamo più a Milano, ma a Battipaglia, a Sud di Salerno. Al centro direzionale Pastena c’è un altro businessman, ma questo sembra uno di quelli che gli affari se li fa scappare da mano, piuttosto che trattenerli ben stretti. L’avvocato Rodolfo Vitolo, Presidente di Salid spa, alle 14.30 riunisce il consiglio con all’ordine del giorno la “vendita del ramo di azienda ex Jolly”. Sono presenti i consiglieri Donato Benedetto e Giovanni Iemma, per il colleggio sindacale c’è il dr Mariano Cantalupo ed il rag. Gaetano Cernelli.  Il presidente Vitolo, “informa i presenti che per motivi aziendali non è più conveniente utilizzare e sviluppare il ramo d’azienda Jolly Hotel” comprato meno di un anno prima. Se l’eco mediato del Crescent è arrivata addirittura a Milano, a Battipaglia, alla Salid, sembra che nessuno si sia accorto della immensa trasformazione urbanistica e palazzinara che stanno mettendo su a Salerno in riva al mare, sulla storica spiaggia di Santa Teresa. Hanno in mano una miniera d’oro e non lo sanno? Possibile? Fatto sta che Vitolo espone i termine dell’offerta giunta dalla Edilizia Sociale srl (solo dopo diventerà Sist srl). Nessuno del consiglio ha nulla da obiettare. Ok il prezzo è giusto! Viene dato mandato a Vitolo di accollarsi i due finanziamenti da 15 milioni di euro erogati dalla Banca di Vicenza alla ex proprietaria del Jolly, ovvero alla “Delle Palme srl” di Cava de’ Tirreni, che aveva acquistato a sua volta dalla «Immobiliare Panoramica srl» del gruppo Chechile. Di soldi liquidi non gira un euro, sempre accollo mutui e finanziamenti. E accollo su accollo, l’ultimo se lo vuole accollare la Sist. Anche perché sono trascorsi più di due anni dal primo accollo, ma il capitale del mutuo è rimasto invariato. Non passano neanche 24 ore, l’indomani, alle 10 del mattino del 7 aprile i businessman sono tutti a Salerno dal notaio a firmare l’accordo: c’è Maurizio Dattilo e c’è Rodolfo Vitolo. L’affare è concluso. Ma chi l’ha fatto l’Affare? Salerno chiama, Milano risponde, Bologna fa da sponda: la nostra inchiesta sull’ ex Jolly continua (1-3)

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