Salerno: verso “Basilea Tre”

Aldo Bianchini

Dai 14 ai 25 miliardi di euro, questo l’ammontare del danaro che Basilea Tre potrà distribuire a piccole e medie imprese entro il 2020 attraverso le Banche di Credito Cooperativo. “Banche, imprese, consumatori, una proposta per l’economia del mezzogiorno”, si è parlato di questo, e non solo, l’altra sera a Palazzo Sant’Agostino nel corso del meeting ottimamente organizzato dal consigliere provinciale Antonio Cammarota in collaborazione con l’assessore Generoso Andria, noto banchiere salernitano. Sono intervenuti l’ing. Luca Avagliano (presidente banco solidale onlus), il dr. Francesco Vildacci (direttore federazione campana banche credito cooperativo) e il prof. Raffaele Galano (docente di finanza e management). “Costruire una proposta –ha detto Cammarota- da portare in sede di consiglio provinciale e regionale sul piano politico nella ricerca di soluzioni certe e ravvicinate in favore dell’economia del nostro territorio e del mezzogiorno intero”. A guidare, indirizzare e pilotare questa enorme massa di danaro sarà il Banco Solidale Onlus per una delle risposte più trasparenti che il mondo dell’economia possa offrire al mercato finanziario in genere. Basilea Tre vuol dire poter contare su una scorta (tesoretto!!) di danaro in cassaforte a cui attingere per gli investimenti sulla base di una precisa e verificabile percentuale del capitale d’impresa dichiarato. Ovvero non un arricchimento generalizzato ma mirato, intelligente e qualificato. Basilea Tre è anche un messaggio forte per le banche che dovrebbero tornare a fare le banche facilitando l’accesso al credito in favore delle piccole e medie imprese. In pratica dovrà interessare molto di più il progetto industriale serio e controllabile e non tanto le proprietà immobiliari del richiedente da porre a base per l’accesso al credito. “Non si potrà tornare più alle banche di un tempo –ha detto Genè Andria- perché negli anni ’90 c’è stato un sistema di vigilanza che ha impedito lo nascita e la crescita delle piccole banche ritenute non capaci di sopravvivere all’irruzione del mostro globalizzazione. Non era così, ma tantissime piccole banche sono state spazzate via ingiustamente in dispregio del territorio e della piccola e media imprenditoria che è la vera linfa vitale dell’economia locale”. Anche i dottori commercialisti, insieme alle piccole banche, devono assumere in questa azione il ruolo di vero e proprio anello di congiunzione tra ente finanziatore e imprenditore. Le banche di credito cooperativo per loro conto devono andare verso livelli operativi molto più alti rafforzando la qualificazione del capitale al fine di cercare di annullare i mille rischi cui vanno incontro  nelle molteplici azioni di finanziamento in un mercato asfittico che non investe come potrebbe. Le banche devono essere snelle, nel senso che devono avere capacità di debito e pareggio in maniera costante e puntuale. Insomma, come dire che il credito agevolato è l’unica possibile soluzione da opporre all’incalzare della crisi totale con la definitiva chiusura di ogni azione di soccorso. Facendo attenzione che l’attività di controllo delle banche sulle richieste di finanziamento non finisca con l’essere un alibi per gli imprenditori che non conoscono i nuovi sistemi imprenditoriali e le nuove linee internazionali per l’accesso al credito in maniera chiara, professionale, morale e con alta capacità d’impresa. Sicuramente Basilea Tre è una imposizione/esigenza venuta alla luce a causa della crisi mondiale della finanza, crisi che è nata non tanto da una carenza di fondi ma soprattutto da “un difetto di fiducia” tra ente erogatore e impresa ricevente. Ma qual è la proposta seria e concreta emersa dall’interessante meeting provinciale che ha registrato la presenza di numerosi operatori del settore provenienti da tutte le parti della provincia di Salerno. La proposta si sostanzia nella fissazione di paletti indicatori sulla quantità dei movimenti bancari per facilitare il diritto di accesso al sistema Basilea, quale contenitore sia delle esigenze che delle disponibilità. Le azioni di accantonamento delle risorse dovranno servire per accogliere le tante aspettative corrette della piccola e media impresa sulla strada dell’accesso al credito che rimane l’elemento vitale per la sopravvivenza non solo dell’imprenditoria locale ma anche delle stesse piccole banche e nella fattispecie quelle di credito cooperativo. Sul tema bisognerà ritornare spesso nei prossimi mesi, come ha detto lo stesso Cammarota, per allargare sempre di più il dibattito e consentire a tutti gli operatori innanzitutto di capire i meccanismi di Basilea (nelle tre versioni) che da sola ha sfidato giganti dell’economia europea come la Francia e la Germania.