Barbie in hotel!

di Rita Occidente Lupo

Semplicemente Barbie. A lungo la femminilità, nella sua accezione dispregiativa, accolta dal giocattolo Mattel. Nata nel 1959, compagna dell’infanzia, con capelli lunghi e biondi, tutti da pettinare e silhouette invidiabile. La Barbie s’è imposta sul mercato senza pregiudizi. Pian piano, inserita in un contesto familiare, con tanto di perenne fidanzato Ken e di sorelle. Un business commerciale da capogiro, intorno al quale, accessori e mode. Nelle sue diverse personalità, Barbie grintosamente donna, in grembiulino d’infermiera, con tulle da principessa o tubino a coda da sirena. In ogni salsa e per ogni cameretta, sul suo trono di amica ludica. Per antonomasia, amante del rosa e protesa ad esser manipolata e strapazzata anche in riva al mare. Giammai in soffitta, rivisitata anche ai nostri giorni, con ulteriori accorgimenti. E superbe mode dettate dalla passerella. Le leggi del mercato internazionale, accampanti primogeniture, se non altro per una bambola che se n’è stata a lungo sulle mensole in bella mostra, accettando anche le competizioni truccate. Barbie snodabile, facilmente infilata nella sacca per la spiaggia o nella rete del passeggino. Un monopolio, il suo, collezionabile ed ancora graffiante. Pertanto a Parigi, l’idea di  relegare la camera di un hotel lussuoso, alla bambola, per le baby dai 3 anni ai 16 anni. Ad un tiro di schioppo dagli Champs-Elysees, un habitat fantastico  con due letti, divano, scrivania e grandi cuori rosa, al modico prezzo per un pernottamento di  1.600€. L’idea, quest’estate, ampiamente accolta, visto il pienone: peccato che con settembre, le pareti rosa e l’oggettistica, mutuati in normale camera d’albergo!