Principato Salerno: quale regione!!

 Aldo Bianchini

Quando si parla di regioni, province e Comuni bisogna subito capire e distinguere tra Enti di Programmazione ed Enti di Gestione. Se non si fa questo distinguo, che ci riporta direttamente nell’ambito del diritto pubblico comparato (come giustamente detto dall’assessore provinciale Marcello Feola), ogni iniziativa di creare nuove regioni o nuove province apparirà soltanto come un incremento dannoso di “posti politici” in termini di potere finalizzato al potere. Detto questo, l’iniziativa di voler costituire la nuova regione “Principato di Salerno” non deve essere vista come una riedizione, in termini di potere, addirittura di certi manuali politici del passato che davano l’opportunità di conquistare spazi e prebende. Oltretutto se nasce la nuova regione dovrà scomparire (almeno così promette ilo comitato promotore) la vecchia provincia. Il cenno al diritti pubblico comparato non fa una grinza in quanto più sono gli Enti di Programmazione e meglio viene assicurata la partecipazione di più soggetti in rappresentanza del popolo e non del potere. Bisogna, ovviamente, stare attenti a che gli Enti di Programmazione non diventino essi stessi Enti di Gestione così come è stato in un recente passato quando sotto l’egida della finta programmazione sono proliferati Enti, Consorzi, Società Miste e quant’altro l’inventiva dei politici è riuscita a creare. La vigilanza su questi processi è assolutamente necessaria perché in questo Paese bisogna, una volta per tutte, spezzare la catena degli sprechi e della proliferazione degli incarichi. C’entra nulla o quasi la determinazione del Comitato promotore della nuova regione con occulte battaglie nascoste, come quella di una presumibile e fantasiosa opposizione a Caldoro anche per la sanità, che al momento non si intravedono neppure sulla linea di un lontanissimo orizzonte. Anche il compito della stampa diventa decisivo, attuale ed insostituibile nel controllo di legalità e legittimità di questi nuovi livelli istituzionali di programmazione, senza perdere tempo in domande e discussioni retoriche che lasciano il tempo che trovano e non portano all’essenza del problema che è e rimane di natura squisitamente politica. Tanto i tempi per dette iniziative sono lunghi se non lunghissimi. Per la cronaca va detto che all’appuntamento “con la storia” erano presenti molti personaggi del centro-destra provinciale. In primis i consiglieri regionali Giovanni Fortunato (vero animatore del comitato promotore) e Giovanni Baldi, gli assessori provinciali Antonio Iannone. Marcello Feola e Lello Ciccone, i consiglieri provinciali Antonio Cammarota, Antonio Anastasio, Franco Annunziata, Massimo De Fazio, Rocco Giuliano e il senatore Enzo Fasano. Fatto il comitato bisogna, ora, raccogliere il consenso scritto di almeno cinquanta comuni, ma l’opera assicurano quelli del comitato è già sul filo di lana del traguardo positivo. Importante l’intervento di Antonio Cammarota che ha promesso di portare il problema nel consiglio comunale di Salerno anche al fine di verificare le vere intenzioni di De Luca verso quel “Napolicentrismo”  che è stato da sempre il suo cavallo di battaglia. Se non altro l’azione di Cammarota servirà finalmente a snidare il sindaco mettendo a nudo le tante sue false battaglie. Per la nuova regione sarà necessario attendere tempi migliori per capire di più e meglio.