Nuova Regione “Principato di Salerno”, presentazione a Palazzo Sant’Agostino

Si comunica che la presentazione del Comitato promotore per l’istituzione della Nuova Regione “Principato di Salerno” è stata posticipata alle ore 17.30 di oggi Giovedì 23 settembre presso il Salone di Rappresentanza di Palazzo Sant’Agostino. A presentare l’iniziativa è il Consigliere regionale, Giovanni Fortunato.

 

15 pensieri su “Nuova Regione “Principato di Salerno”, presentazione a Palazzo Sant’Agostino

  1. Resto più che perplesso davanti ad iniziative del genere!!
    Per quanto mi sforzi, non riesco a comprendere il senso di un siffatto comitato promotore. Non riesco a capirlo da nessun punto di vista: nè politico, nè amministrativo, nè logico!!!
    Dal punto di vista politico non ha nessuna giustificazione positiva, di quelle negative parlerò in chiusura, infatti la formazione di una regione con poco più di 900.000 elettori, significa ridurre l’interesse politico del suo territorio, vuol dire rendere marginale il suo apporto elettorale.
    Dal punto di vista amministrativo, poi, è un vero suicidio!!!
    La neonata regione conterebbe poco più di un milione di abitanti, meno di quanto ne conta la sola Napoli, e potrebbe contare su trasferimenti proporzionali alla sua, poca, popolazione, con impoverimento delle risorse da destinare al suo sviluppo. Il gettito fiscale, del novello principato, poi, non basterebbe neanche a mantenere in piedi la macchina amministrativa, considerata la scarsa presenza di attività produttive (sono quelle che assicurano l’IRAP e generano la maggior parte dell’IRPEF).
    Dal punto di vista logico, separarsi dal resto della regione, assume la valenza della scelta fatta per salvaguardare un orticello di cui si vanta un passato più o meno glorioso, dimenticando che staccandolo dal resto del “podere” perderebbe passato e futuro.
    Una logica in vero c’è!! Una ragione è individuabile!! Purtroppo si tratta di logiche perverse e ragioni incofessabili!!! Una secessione risponderebbe alla logica di chi, eletto dal suo territorio, si rende conto che, pur facendo parte della “maggioranza di governo”, non è in grado di rappresenatre istanze ed interessi di chi lo ha votato (vero on. Fortunato???!!).
    Questo modo di agire sostiene le ragioni di chi pensa che: “meglio capa d’alice ca cora ‘e cefalo”. Da che mondo è mondo, però, l’alice è il pasto principale della maggior parte dei pesci. Sarebbe bene meditare!!!!

  2. Complimenti ad Antonio La Monica, il tuo intervento lo sottoscrivo in pieno e, poi, aggiungo alcune riflessioni.
    1. Dopo aver appoggiato Caldoro contro il Sindaco di Salerno, la politica locale, a distanza di sei mesi, parla di interesse del territorio. Roba da faccia tosta.
    2. E’ evidente che si tende a promuovere la “provincia del Principe Arechi”, cioè la provincia di una parte. A tal riguardo ritengo che una niziativa seria, ove convidisibile e non è questo il caso, dovrebbe coinvolgere anche partiti e movimenti di opinione che non si sentono assolutamente rappresentati.
    3. L’evidenza che ci sia una singificativa porzione di territorio che pretende maggiori risposte da parte del governo regionale, merita ben altra soluzione: una classe dirigente capace di fare squadra e sintesi interpartitica e capace di essere compatta nelle rivendicazioni e nelle battaglie in sede regionale, nonchè abile ad elaborare progetti e strategie di sviluppo socio-economico. Ma capisco che tale aspettativa è vana nei confronti di chi è capace addirittura di negare l’esistenza di un modello trentennale salernitano (conte-andria-de luca) che ha prodotto un indubbio salto di qualità e di chi, almeno sino ad oggi, si è distinto per politica settaria da ultrà, ha firmato leggi scritte da berlusconi senza nemmeno leggerle ed ha costruito la propria carriera anche su accordi imprednitoriali “in collina” a Nocera.
    4. Staccare l’orto, non porterà certo ad un incremento delle opportunità strategiche del territorio, per definzione, e su questo lorsignori dovrebbero semplicemente andare a studiare. Provate ad immaginare a quali chance avrebbero progetti infrastrutturali e di sviluppo, proposti in sede europea da un milione di abitanti del Sud Italia!!!
    5. Invero, credo che ci troviamo al cospetto di opportunisti che, educati al verbo mediatico berlusconiano (nuovi annunci scoppiettanti per distrarre dall’evidenza di vecchi annunci scoppiati nel nulla), illlusi dalla “persistenza del vento in poppa”, vogliano:
    A) da un lato smarcarsi da un sicuro insuccesso della politica regionale (per mancanza di spessore, per gravità di problemi, per cambiali firmate: de mita, cosentino, cesaro,…);
    B) dall’altro fare “ammuina” in vista di imminenti elezioni amministrative in nome del proprio particolare e “del potere per il potere”.
    Che Dio li perdoni. Nel frattempo io no!

  3. Dopo oltre un anno di inattività, politica, colpevole della provincia, il “carabiniere manda in avanscoperta un suo uomo per smuovere un po’ le acque e che possa nascondere il fallimento della giunta cirielli a tutt’oggi.
    Tuttavia, l’idea il “PRINCIPATO ULTERIORE e CITERIONE” NON è fuori luogo.
    Le terre del Salernitano, Avellinese, Beneventano e parte del Cilento sono state da sempre staccate da Napoli e Caserta.
    Che centriamo “NOI” con i napoletani?
    Cento volte abbiamo detto che siamo Campani e non “napoletani”.
    Per quanto riguarda il numero degli abitanti e degli elettori superiamo di molto i due milioni.
    Saremmo una realtà forte e coesa senza rimanere l’anticamera di Napoli.
    in bocca al lupo

  4. un grazie di cuore al primo Antonio e poi a Rober(t)o.
    E’ gratificante trovare conferme che la politica sia ancora per qualcuno la ricerca delle ragioni utili all’interesse comune, e non un palco da cui aizzare divisioni e contrapposizioni pur di guadagnare posizioni di potere personale.
    Quello che mi fa specie che il tutto provenga dai presunti eredi di chi aveva l’unità e la patria come ragione sociale. Si vede che le fortune di bossi li ha convertiti.

  5. perchè non fare un Principato staccato completamente dall’Italia? tipo il Principato di Monaco? Principe ovviamente autocefalo che si elegge da solo e noi sudditi che andiamo a sventolare le bandierine quando passa…ma almeno gli sgravi fiscali in questo modo è più facile riusciamo ad ottenerli…e poi, volete mettere?!?: un casinò ci starebbe tutto. Proponetelo a Fortunato che lui subito fa, veloce veloce!!!!
    d’altronde su un altra pagina, a commento di questa genialata, era anche riportato: “Fortunato in particolare è il più euforico tanto da arrivare a dichiarare che «Il vescovo potrebbe diventare Cardinale e quindi Papa, perchè con la nuova regione avremo un miglioramento anche dal punto di vista ecclesiale». Vuoi che non faccia anche un altro Stato Città del Vaticano??? non ho dubbi che ci riesca. Lui tutto può!

  6. x panormo
    Sessanta anni di lavaggio del cervello da parte della cultura e informazione “democratica”, hanno lasciato il segno.
    La DESTRA e la coesione nazionale hanno un rapporto inscindibile, però questo Valore, non può travalicare le realtà locali, NOI le chiamiamo le piccole PATRIE.
    I Costumi , gli usi, i vernacoli locali, la religiosità fanno parte integrante di un rapporto di collaborazione che si potrebbe chiamare a tutti gli effetti “FEDERALISMO”.
    Questo, spero che sia chiaro, non vuol dire marcare le differenze, ma solo far rilevare ciò che ogni POPOLO deve sostenere per poter rafforzarsi nel suo localismo e poter meglio affrontare le prove con le nuove reltà.
    “SE si ha un corpo malato, come si potrà affrontare una giornata di lavoro?”
    in bocca al lupo

  7. STACCARCI DALLA CAMPANIA,UNA OPPORTUNITA’ DA NON SOTTOVALUTARE,LUNGIMIRANTE ED AL CONTEMPO ACUTA! IL MALESSERE SI TAGLIA A FETTE,ED IO NEL MIO PICCOLO,DA TEMPO FACCIO INTERVENTI DI TAL GUISA.Ci sono valide ragioni storiche:indipendentemente dalla dicitura,questione di lana caprina, se Nuova Silenia o principato,la volontà ed il sentire popolare è patente nella direzione autonomista.il Principato di Salerno ebbe origine nell’839 in seguito alla frammentazione del Principato di Benevento ovvero della parte del regno longobardo chiamato “Longobardia Minore” (Langobardia Minor). Nella prima metà del 1000 comprendeva quasi tutta l’Italia meridionale continentale. Fatto il comitato bisogna, ora, raccogliere il consenso scritto di almeno cinquanta comuni, ma l’opera assicurano quelli del comitato è già sul filo di lana del traguardo positivo. Importante l’intervento di politici salernitani e non che hanno promesso di portare il problema nel sedi deputate anche al fine di affiancare gli sforzi di De Luca verso quel “Napolicentrismo” che è stato da sempre una sua finalità politica. Per la nuova regione sarà necessario attivarsi coi mezzi di legge.Si diffonde, in Cilento, l’idea di abbandonare la Campania, per aderire al “Nuovo” Principato di Salerno’: dopo il comune di Roccagloriosa, che nei giorni scorsi aveva votato alla unanimità la delibera secessionista, la proposta prende corpo a Camerota. I gruppi di opposizione hanno chiesto infatti una seduta di Consiglio comunale per discutere della costituzione della ‘nuova regione, che dovrebbe risolvere così il problema campano del ‘napolicentrismo’, valorizzando il territorio dell’entroterra,dopo l’episodio di Vassallo, il timore di una “infezione” sociale è vissuta con apprensione dalle comunità. Non viviamo da imbelli ancora per lustri, il danno di immagine (per i media la campania e napoli son sinonimi e ciò non è reale) alle tre provincie campane rimanenti al di fuori del duo Caserta Napoli non è monetizzabile, visto l’ingentezza dello stesso.Senza rancore e con simpatia esprimo una opinione comune a molte persone dei territori su citati! Buone Cos

  8. OTTIMA INIZIATIVA,LUNGIMIRANTE ED AL CONTEMPO ACUTO! IL MALESSERE SI TAGLIA A FETTE,ED IO NEL MIO PICCOLO,DA TEMPO FACCIO INTERVENTI SU BLOG E SOCIAL NETWORK DI TAL GUISA.Ci sono valide ragioni storiche:Il Principato di Salerno ebbe origine nell’839 in seguito alla frammentazione del Principato di Benevento ovvero della parte del regno longobardo chiamato “Longobardia Minore” (Langobardia Minor). Nella prima metà del 1000 comprendeva quasi tutta l’Italia meridionale continentale. Fatto il comitato bisogna, ora, raccogliere il consenso scritto di almeno cinquanta comuni, ma l’opera assicurano quelli del comitato è già sul filo di lana del traguardo positivo. Importante l’intervento di Antonio Cammarota che ha promesso di portare il problema nel consiglio comunale di Salerno anche al fine di verificare le vere intenzioni di De Luca verso quel “Napolicentrismo” che è stato da sempre il suo cavallo di battaglia. Se non altro l’azione di Cammarota servirà finalmente a snidare il sindaco mettendo a nudo le tante sue false battaglie. Per la nuova regione sarà necessario attendere tempi migliori per capire di più e meglio.Si diffonde, in Cilento, l’idea di abbandonare la Campania, per aderire al “Nuovo” Principato di Salerno’: dopo il comune di Roccagloriosa, che nei giorni scorsi aveva votato alla unanimità la delibera secessionista, la proposta prende corpo a Camerota. I gruppi di opposizione hanno chiesto infatti una seduta di Consiglio comunale per discutere della costituzione della ‘nuova regionè, che dovrebbe risolvere così il problema campano del ‘napolicentrismo’, valorizzando il territorio dell’entroterra. Non viviamo da coloni ancora lustri e specialmente non moriamo napoletani…….

  9. sono un noto amministratore del sud del cilento e posso garantire che già il fastto che il promotore di questa iniziativa fosse Fortunato la dice lunga…. che idea. Non trovavano nessuno ed hanno lanciato lui.

  10. Il Presidente della Provincia di Salerno, on. Edmondo Cirielli ha proposto la istituzione di una nuova Regione al fine di scorporare Salerno e la sua provincia da Napoli. Ancora una volta con questa proposta si dimostra come la politica sia a corto di idee, sempre meno credibile e lontano anni luce dal mettere a fuoco e capire i veri problemi. L’ipotesi di far nascere una nuova regione è di difficile attuazione e, se anche si concretizzerebbe, risulterebbe assai poco utile alla causa di rilancio di Salerno e la sua vasta provincia. La prima considerazione sulla unitilità di una siffatta proposta è di natura economica. Tutti sanno (tranne il Presidente Cirielli) che sono state fatte proposte per eliminare e diminuire Enti e organismi (province, Comunità Montane, Asl etc…) in quanto i loro costi sono diventati insostenibili per il Bilancio dello Stato e, soprattutto, in molti casi, inutili in relazione alla loro effettiva utilità e capacità di produrre risultati concreti per la collettività. In uno scenario siffatto mi sembra alquanto strano e, direi, difficile che si facciano nascere nuove regioni. La seconda ragione che mi vede contrario all prposta di Cirilelli, si basa su una visione molto più ampia ed è determinata dal fatto che la “questione” Salerno e provincia non si risolve scorporando il tutto da Napoli. E’ una visione provinciale, campanilista, inutile e di breve respiro. Salerno, come Catanzaro, come Catania, come Matera, Bari, non miglioreranno mai la propria situazione sociale ed economica portando avanti iniziative e proposte di questo tipo, e cioè, frazionando ancora di più il Sud, aumentandone la burocratizzazionecone con la istituzione di nuovi Enti, creando nuove poltrone per ascari che aumenteranno i costi di gestione di questi carrozzoni. Il Sud si salva mettendo insieme tutte le regioni del Sud, proponendo di eliminare tutte le regioni e facendone una sola, la macro regione meridionale. Si pensi a quante risorse si risparmierebbero, si darebbe così anche un senso ed un ruolo concreto alle province che ad oggi gestiscono poca roba, sono poco più che dei parlatori inutili ma hanno dei costi inimmaginabili. Dalla politica ci si attendono questo tipo di risposte, altro che la istituzione di nuovi carrozzoni che saranno poi gestite da altri politici inutili e poco capaci di guidare il cambiamento di cui ha bisogno il Meridione d’Italia.

  11. E’ un suicidio amministrativo immaginato da persone che probabilmente cercano un po’ di consenso sulla pelle di chi gli crede (persone cui piace immaginarsi “grosse”). Nessuno racconta a questi signori che Napoli è il traino economico della regione, nessuno dice loro che il fiume più inquinato d’Europa (il Sarno) è un capolavoro di marca salernitana e avellinese (alla faccia di quelli che dicono “l’immondizia di Napoli non la vogliamo”: nemmeno gli abitanti di Castellammare vogliono nel mare gli scarti delle concerie di Solofra e quelli dei pomodori di Sarno), nessuno dice loro quanto siano piccoli: già, Napoli-città faceva gli abitanti che Salerno fa adesso più di 500 anni fa (prima della scoperta dell’America) e si è confrontata con problemi di industrializzazione enormi, altro che i parcheggiatori abusivi davanti al Medusa il sabato sera.

  12. “secessione” è solo una parola vuota senza un apporto storico culturale. Ebbene, in questo caso, l’apporto stoico culturale c’è.
    in documenti risalenti al 1273 si parla già di Principato Citra -che era, grosso modo, geograficamente parlando, la provincia di Salerno di oggi. Il nostro teeritorrio ha peculiarità diverse rispetto al casertano ed al napoletano…non si tratta di peculiarità migliori o peggiori…semplicemente diverse.
    ad esempio, le bufale, presenti nel nostro territorio, sono state portate qui dai longobardi; gli stessi longobardi del castello Arechi.
    Le regioni italiane -come sono oggi- sono un’invenzione dell’Italia post-unitaria, che non tengono conto delle differenze storico culturali dei vari territori.
    Non si può ridurre tutto ad una mera speculazione economica come ho da più parti in questo forum…noi siamo salernitani con una nostra cultura e nostre tradizioni…non volgliamo nulla di strano. Rivogliamo ciò che la storia ci ha tolto-

  13. @DONATO GUARINO:CONCORDO PERFETTAMENTE COLLA DISAMINA TESTE’ SCRITTA, CHE SI CONIUGA CON LA MIA PRECEDENTE, NON SI TRATTA DI SECESSIONE, MA DI RITORNO ALLE ORIGINI STORICO-CULTURALI, E DI UNA “AUTODIFESA” DI IMMAGINE CHE HA RIVERBERI CONCRETI, ERGO IN CAMPO ECONOMICO…VEDI MARKETING D’AREA! SALUTI.

  14. @donato guarino:

    forse non ti è sufficientemente chiaro che la provincia di Salerno -pur con le sue storia, la sua tradizione e la sua razza ariana- non ha i soldi per campare.

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