Personaggi, autori e lettori –I parte

Ferdinando Longobardi

 Un libro non è completo se non incorpora un libretto di istruzioni per l’uso, un manuale che suggerisca al lettore le modalità di consumo. Ci sono cento porte, spiragli, aperture, passaggi, spaccature attraverso i quali entrare nel mondo di un libro. Privo di istruzioni, il lettore di solito tende a entrare dalla porta principale, come se la facciata rappresentasse fedelmente la totalità di significati e di intenzioni dell’opera; e finisce così per prendere ogni parola scrupolosamente sul serio, fidando nella supposta onestà del messaggio. Invece quanto viene comunicato da un’opera letteraria non è quasi mai onesto perché deve passare attraverso una triplice barriera di inganni: dell’autore, del testo e dei personaggi. L’autore può essere sincero, o fingere di essere sincero, o mentire, o credere di mentire, o fingere di mentire, o comunicarci che sta mentendo, o mentire circa la propria vocazione menzognera. Un testo può essere costruito per comunicare al lettore il massimo o il minimo di informazioni, come una strategia di saggia guida per confortarlo e istruirlo o come una trama di pianificati inganni per confonderlo e depistarlo. Il personaggio, poi, sarà italiano, o francese, o cinese, o malgascio, ma avrà anche un passaporto cretese (secondo il modello classico, per cui un cretese afferma che tutti i cretesi sono bugiardi). Questo infido signore che assume la sua identità attraverso le pagine di un libro potrà ingannare deliberatamente gli altri personaggi, o ingannare il lettore, o ingannare lo scrittore (anche questo caso è ammesso, secondo un modello pirandelliano per cui il mostro, creato dalla fantasia dello scrittore come quello concepito dal dottor Frankenstein, prende la mano al suo creatore); o, come aveva già osservato Roland Barthes, contemplando la lunga scia della self-deception che è coeva con la letteratura, può ingannare se stesso. In molte occasioni, è quindi opportuno entrare nel testo di un libro in maniera obliqua, di traverso, per la porta di servizio, la cappa del camino, la chattière, o scavalcando la finestra dal seminterrato. Forse a volte occorre una lettura diagonale, contemplando le pagine non dal centro focale ma di sbieco, da un’angolatura bassa, come il sole nelle zone boreali. Al salto del cavallo dell’autore, secondo il modello dei formalisti russi, corrisponderà anche lo strabismo del lettore.