Eboli: Nuovo Psi, una gita tra l’incapacità del Centro Sinistra

Non può che suscitare il sorriso quanto apparso sugli organi di stampa in merito alla vicenda del blocco dei finanziamenti per il reddito di cittadinanza. E non per le inesattezze tecniche espresse, bensì per la corsa alla “verginità” di un sindaco colpito da amnesia totale o che, chiuso nelle sue stanze, crede che gli ebolitani siano pecore al seguito del pastore e possano essere presi in giro impunemente. Al sindaco, in modo breve e il più chiaro possibile, vogliamo ricordare che se la Regione Campania è giunta allo sforamento del Patto di Stabilità; se i conti non tornano; se la Sanità si trova nelle condizioni che conosciamo; se l’endemica vicenda rifiuti oggi non si combatte più per strada tra i sacchetti ma a suon di tassazioni elevate, lo si deve ad anni di gestione del centro sinistra. Era o no il capofila correntizio del suo partito a capo della giunta regionale sino a qualche tempo fa? Era o no Bassolino a capo della Regione mentre si creavano le condizioni per l’impoverimento? Era o no lui (la giunta ed il consiglio regionale) a gestire e ratificare la spesa e lo stanziamento dei fondi? Dato che non ci giunge notizia di un cambio di partito da parte del sindaco (bensì di un ritorno alla corte di De Luca) chiediamo a Melchionda di organizzare sì i pullman di cui parla, pieni di cittadini arrabbiati ed impoveriti da una politica ed una classe dirigente incapace; ma al primo cittadino chiediamo anche di fare le cose rette e corrette (per una volta) e portare i pullman sotto casa di Bassolino. Anzi, sarebbe gradita anche l’organizzazione di due pullman speciali: uno con direzione “casa Rosania” (era o no consigliere regionale? Aveva o no il dovere di controllare cosa accadeva nei bilanci regionali?); l’altro a “casa Melchionda”, poiché se sempre più ebolitani sono costretti a ricorrere al reddito di cittadinanza non vuol dire altro che, in sei anni e più di governo, la sua politica non ha prodotto nulla: non un posto di lavoro, non un’alternativa. Infine, il sindaco evitasse di aizzare (con attacchi e parole al vento) i cittadini, marciando sul disagio e la sete di risposte. Non è una prassi sana, e Melchionda – a seguito dell’episodio violento che l’ha visto protagonista – dovrebbe saperlo.