Salerno: Cisl, crisi occupazionale, autunno caldo

  La provincia di Salerno ha un tasso di disoccupazione tra i più alti della Penisola e le misure anti crisi messe in campo dal Governo centrale, almeno per il momento, sono insufficienti. “Non c’è più tempo per eludere un’emergenza che provoca enormi disagi. Gli ammortizzatori sociali, Cigs e Cig in deroga, non bastano e non riusciranno a contenere il giusto risentimento delle classi meno abbienti. I rincari delle tariffe, compresa quella della Tarsu, ci fanno riflettere e non poco”. E’ questo il grido di allarme lanciato dal numero uno della Cisl Salerno, Giovanni Giudice, che annuncia “un autunno caldo che potrebbe portare alla proclamazione di nuove iniziative a dir poco eclatanti”. “I dati sono drammatici”, ha denunciato il leader della Cisl salernitana. “La disoccupazione generale è del 12,7%, con una prevalenza del tasso di disoccupazione femminile pari al 15.8%. Nel contesto della recessione mondiale mentre l’Italia ha visto aumentare il numero di disoccupati del 5%, la provincia di Salerno sta risentendo maggiormente, così come le altre province campane, della crisi economica in atto, con riflessi negativi sul mercato del lavoro. Il nostro territorio vive dunque una crisi nella crisi e occorre agire al più presto, perché la casa sta bruciando”, ha affermato Giovanni Giudice. “Il sindacato è stato fino a oggi molto responsabile, ma se gli organi di governo, sia centrale che regionale, non prenderanno urgenti provvedimenti per far fronte alle esigenze non crediamo che si possa non tener conto del giusto risentimento dei lavoratori, dei pensionati, dei precari e dei giovani in attesa di lavoro”. Nel mirino del sindacato c’è anche la spesa dei fondi Ue per lo sviluppo. “Dei soldi arrivati da Bruxelles soltanto pochi spiccioli sono stati impiegati. Di fronte a questa diventa urgente una politica industriale di confronto con le controparti sia private che istituzionali per ricercare una strategia in grado di arrestare l’emorragia di posti di lavoro e il declino del sistema produttivo. C’è poi anche il capitolo povertà che preoccupa il sindacato di via Zara. “L’indice è al massimo storico anche per l’aumento della precarietà e interessa oggi l’80% dei pensionati salernitani. Purtroppo gli interventi strutturali più volte annunciati restano disattesi”, ha concluso Giudice.