Il Vangelo commentato – Abbazia della Scala

 “Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.” Luca Cap. 14, 25–33

 

 In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

 “Parola del Signore”    “Lodea Te, o Cristo”

 Padre  Antonio  Cassano

² Lo Spirito Santo continua a condurci nella conoscenza di Gesù, di quello che fece e insegnò. Come quella volta che una numerosa folla seguiva il Maestro ed egli prese la parola per chiarire secondo quali termini desiderava essere seguito: Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Le parole di Gesù sono forti, esigenti, forse addirittura assurde. Come può chiedere di essere amato più di quanto amiamo i nostri genitori o perfino noi stessi? ² Gesù, per chiarire cosa vuol dire, invita a riflettere su due possibili situazioni. La prima: Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. La riflessione a cui invita Gesù è ovvia, dettata dal buon senso. Chi di noi, infatti, prima di dare inizio a qualcosa non si accerta di avere tutto quanto è necessario per portarla a termine ed evitare così anche di essere preso in giro perché ha iniziato ma non ha finito? Il secondo esempio:Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. La situazione è simile alla prima: qui il re, rendendosi conto della sproporzione delle forze in campo trova più saggio evitare lo scontro e trovare un accordo con l’avversario piuttosto che provare a combatterlo e venire certamente sconfitto. Allo stesso modo: chi di noi non evita di affrontare di petto una situazione poiché ha la chiara percezione di non avere le forze oggettive in quel momento per fronteggiarla e, quindi, preferisce patteggiare provvisoriamente in vista di una condizione migliore in seguito? Alla luce di questi esempi appare chiaro quanto Gesù poco prima aveva affermato.² Seguire Gesù significa condividerne gli ideali, accogliere il suo modo di vedere e interpretare la vita, guardare a lui come a un esempio da seguire. Ora, potrà accadere lungo la strada della nostra vita di incontrare situazioni o persone davanti alle quali agire o parlare, come ha parlato e agito Cristo, significa suscitare incomprensione, ostacolo, se non addirittura rifiuto. In quel momento scopriamo quanto gli insegnamenti di Gesù, il suo modo di parlare e vivere sono avversati o almeno disapprovati, mentre noi lo abbiamo amato e condiviso. In quel momento occorre scegliere da che parte stiamo, chi veramente amiamo, chi è il nostro maestro di vita, chi abbiamo deciso di seguire veramente.