Coppie in crisi: problematiche in atto

Michele Montuori

Riprendo in merito un mio vecchio articolo del maggio 2003, che credo tuttora maggiormente valido, aggiungendovi un paio di righe iniziali, queste: a settembre riaffiorano a pieno ritmo le consulenze legali per separazioni e divorzi, in particolare a Salerno e provincia, ove le giovani o meno giovani coppie (in ragione di oltre l’80%) si disuniscono, frequentemente dopo un anno o due di vita comune. Le brezze marine dell’estate, oltre la propria emergente irreligiosità ed oltre la porta del buon senso comune, con i “sostituti” quasi sempre già alle porte, favoriscono tale settembrina pletora su sedie e scranni: che uno abbia detto il suo sì in chiesa o al comune, non sussistendo più di tanto tale legale bisogno ove invece il patto non sia stato registrato da nessuna parte. Orbene, a me pare che (anche se in modo più accentuato rispetto al passato per gli sconvolgimenti dei costumi conseguenti alle modifiche planetarie avvenute ad opera delle onde elettriche nell’ultimo secolo), il cuore dell’uomo – condizionato dalle maggiori appetibilità! – rimanga ancor oggi sostanzialmente identico quanto a dubbi, ansie, ricerca di un bene. Con questo scritto, necessariamente breve, si cerca di fornire opportunità di riflessione, in questo tempo in cui si è marito e moglie già a quindici o meno anni, poi col rifornimento facile ed incontestato di pillola e condom, ad esautorazione di qualsiasi autorità e per la propria piena “libertà”. Ad ogni separazione, comunque regolata, consegue un dolore; più spesso, le reazioni sono aridità o violenza relazionale, quale tentativi consci o inconsci di “giustificare” le proprie scelte, antiche e attuali. Le vie che possono presentarsi sono diverse, così come i consigli in merito, qui espressi: 1) Vivi una condizione familiare felice? Dona il tempo e le tue ricchezze – che scaturiscono da questa felicità da te definita conseguente al tuo rapporto d’amore! – agli altri, trattenendo per te il solo necessario. 2) Stai per stabilire una famiglia, dopo vari “fallimenti”? Il senso di colpa che ne è sortito non rappresenti un alibi: pensaci bene, prima di “scegliere”, non operare per “divertirti”. 3) Hai superato i tempi e non hai sinora stabilito una famiglia? Contentati di quello che sinora è risultato per te utile o ragionevole, e se ti senti solo/a cerca di non desiderare ciò che è già d’altri e non esporre la tua anima a più o meno “simpatiche” serate. Evitale con ogni buona volontà. 4) Vivi una vita così così? Quel pizzico di libertà in più, che pur ti appartiene, usalo per fare del bene e non per ingannare: ti sentirai meglio. 5) Vivi una vita forse infelice? Sarebbe meglio accettarla per quella che è: potrebbe essere segno di colpe passate. Se non ci riesci, una volta allo scoperto contentati di quel che ti sei ritrovato/a, o lascialo/a, ma senza ricercare alternative: sarebbe maggior danno.