L’angolo del racconto di Rosangela Costa: la magia del Natale

Siamo agli inizi dell’800, a Londra. C’era una bellissima atmosfera di Natale, nell’aria. In una grande villa, colorata dal verde delle poche siepi e dalle lontane montagne, vivevano i coniugi Stewart.Il Signor Stewart era un uomo molto riservato. Gestiva una fabbrica, per questo era sempre tanto impegnato con i suoi affari e aveva a disposizione pochissimo tempo da poter dedicare a sé stesso, così pure alla sua famiglia. Se davvero riusciva a ritagliarsi del tempo, lo trascorreva guardando fuori dalla finestra, oppure, se c’era il sole, usciva per passeggiare nei pochi giardinetti di Londra. Di lui si diceva che fosse un uomo molto audace e attraente, seppur anche tanto cocciuto e ribelle!Era un tipo piuttosto solitario… Sua moglie, la Signora Stewart, era una donna nobile  e raffinata. Non faceva altro che specchiarsi e ripetere, ogni giorno: «Ma guardatela! La Signora Stewart! La moglie di un miliardario!E guardatela! È talmente bella!!!»Il loro primogenito, Alexander, non era come i suoi genitori. Amava stare con gli amici e giocare spensierato, senza doversi preoccupare d’altro. Una volta, egli chiese a sua madre se poteva stare con i suoi compagni: «Alexander, tu lo sai benissimo che la tua famiglia è molto diversa da quei pezzenti morti di fame!!! Tu non sei come loro, o sbaglio? Non ti è permesso, e te l’ho detto più di una volta: tuo padre ed io ti permettiamo di giocare solo con altri bambini nobili oppure con quelli del nostro stesso rango! E poi, non dovresti nemmeno uscire, visto che non hai neppure finito i compiti!». Alexander frequentava la Scuola dei Nobili, alla quale potevano essere iscritti solo i bambini figli dei nobili. Le materie che lì si studiavano andavano dalla matematica alla storia. Eccetto per una materia, la più importante, quella che Alexander non riusciva a sopportare: l’educazione, che consisteva nello studio del comportamento nobiliare. Lui non dava importanza a questa materia, tuttavia la riteneva inutile e priva di senso. La sua immaginazione era sempre in movimento: adorava scrivere, ed inventava storie sempre nuove. Il personaggio che forse amava di più era una piccola slitta rossa parlante, che popolava ogni suo scritto. Lui era convinto che quella slitta rossa esisteva davvero, da qualche parte, che non era solo un personaggio di fantasia… L’immaginava di giorno, la sognava di notte. L’avrebbe trovata, a qualsiasi costo!Un mattino, passeggiando con la mamma, la vide!!! Gli occhi gli si velarono di lacrime. «Alexander, tesoro mio, perché piangi?» gli chiese la Signora Stewart. «Mamma, tu non puoi sapere». Come ogni mamma, anche lei conosceva il suo bambino! «Alexander, te l’avrei comprata, e tu lo sai, ma come facciamo, se si tratta di un’immagine? Ho capito cosa intendevi, ma purtroppo non c’è!». Il bambino ci rimase male, ma subito ebbe una brillante idea.Appena tornò a casa, volle scrivere una lettera a Babbo Natale: lui gliel’avrebbe di sicuro portata!!! Ma subito si ricordò si ricordo di tutto ciò che gli dicevano i suoi genitori: “Alexander, è inutile! Non sprecare il tuo tempo così! Non devi farti attrarre da queste cose! Sono solo bugie inventate dalla gente per i bambini.Non esiste nessun Babbo Natale!!!”. Sospirò. Poteva anche darsi che i suoi genitori avrebbero potuto avere ragione, perché erano ricchissimi e potevano permettersi di tutto, quindi avrebbero avuto di sicuro i soldi che servivano per comprare quella slitta. Ci avrebbe rinunciato! Quel pomeriggio, con gli amici, non si parlava d’altro: alcuni sostenevano di aver già scritto la letterina, altri erano ancora indecisi e qualcuno non sapeva scegliere tra questo e quel giocattolo.Ad Alexander quelle voci rimbombavano nella testa e lui non sapeva più che cosa fare! «Ma sì! La letterina!!!», esclamò d’un tratto e, una volta per tutte, cominciò a scrivere della slitta. Il giorno dopo spedì la lettera. Il postino la prese e la mise insieme alle altre, ma distrattamente la fece cadere a terra, e la dimenticò nell’Ufficio Postale.  Fu riposta sotto un mobile, in un cassetto. Ma nessuno si sognava mai di spedirla. Erano ormai passati giorni, mesi perfino anni! Alexander era un uomo, non più un bambino. Aveva anche una moglie! La lettera, intanto, fece un lungo viaggio e uscì dall’Ufficio Postale, ma nessuno l’aveva spedita: la spingeva il vento, che la fece atterrare davanti l’uscio di una piccola baita malridotta. Quando il piccolo Spenser aprì la porta e se la trovò sotto i piedi, disse al nonno che, probabilmente, si trattava di una lettera, sfuggita al postino. Così, lui stesso l’aprì e cercò di trovare l’indirizzo… Quando la lesse, capì subito. Andò in camera sua e prese i pochi risparmi che aveva conservato. Li usò poi per comprare quella slitta. Subito raggiunse la villa del Signor Alexander. «Ragazzino», gli chiese, quando fu arrivato, «Stai dicendo la verità?»   «Certo, Signor Alexander! La Vostra lettera è arrivata davanti casa mia, l’ho letta e comprato quella slitta a cui voi tenevate tanto!». Sua moglie, che aveva un cuore grande come una casa, intervenì: «Oh, Spenser, io e Alexander te ne siamo immensamente grati! Come possiamo ripagarti?». «Tu con chi vivi?», gli chiese l’uomo. «Con il mio nonno, la nonna e i miei genitori sono morti». «Non disperarti. A me è venuta una bellissima idea: senti, noi non abbiamo figli e vorremo adottarti! Così, avremo più compagnia in casa. Potrà venire anche tuo nonno!», gli riferì Alexander. Che meraviglia! Tutto si era risolto: il piccolo Spenser aveva una nuova famiglia, in quanto ad Alexander aveva finalmente ricevuto i suo attesissimo regalo di Natale!!!