Solo una piccola matita…

di Rita Occidente Lupo

Lei, una piccola matita nelle mani di Dio. Nel suo sahari bianco-azzurro, in ossequio al Santo Padre, con le mani rugose di carità. Luce del nostro tempo. Una monaca che, in nome dell’amore, ha seminato solidarietà a tutto campo, per le strade e nelle strade, partendo dall’India. Madre Teresa, nata il 26 agosto 1910, ultima di cinque figli e morta a Calcutta il 5 settembre 1997. I suoi  genitori, di etnia albanese, originari del Kosovo. Proclamata  beata, due anni dopo la sua morte, per volere di papa Wojtyla, in occasione del centenario, ricordata a Skopje ed anche in altri luoghi del globo. L’ordine religioso fondato, Missionarie della Carità, proliferante ben presto in tutto il mondo: sempre in prima linea, contro il disagio. Nelle città dove maggiormente insistono sacche di miseria umana, non scevra da perbenismi occulti. La sua legge, al di là degli steccati religiosi: cristianesimo-cattolico, incarnato nell’accettazione delle diverse religiosità. “Non c’è amore più grande, di chi dona la vita per i suoi amici…” Lebbrosari e case d’accoglienza disseminati a Calcutta, testimonial della chiamata evangelica, totale ed incondizionata, nell’essenziale semplicità. Senza mai girarsi indietro né chiedere conto delle ingiustizie sociali, calcando solo la via della carità, in un eroismo senza smentite nel tempo. Dinanzi a lei, anche teste coronate chine. Nobel per la pace nel 1979, anche lei sperimentò l’oscurità interiore, dei grandi Santi, sentendosi lontana da Dio: pur intrisa di fede incrollabile. Il suo accattivante sorriso, senza cerimoniali di sorta. La sua giornata, una liturgia scandita non soltanto dalla salmodia delle ore, ma dall’ascolto attivo delle miserie umane: un giaciglio per dormire e ciotola di riso, per un’operosità samaritana.