Vita di Missione: i sogni di un bambino africano, cibo

Padre Oliviero Ferro

Sembra facile dire che tutti hanno diritto al pane, al cibo quotidiano. Ma se tu sei un bambino, tutto diventa più difficile. Il bambino è nella parte più bassa della classifica. Prima c’è il padre,gli uomini, la madre, le donne, i fratelli e le sorelle più grandi. E poi, buon ultimo, il bambino. Anche lui sogna di poter mangiare secondo il suo appetito,ma spesso resta una sogno. E’ un po’ come diceva la donna sirofenicia a Gesù: ”Anche i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola del padrone”. Spesso è così,perché tu sei bambino, non conti niente. Anzi, spesso la tua presenza è vista come disturbo per i più grandi. Forse si sono dimenticati che anche loro un giorno sono stati bambini. O forse, proprio perché anche loro hanno sofferto, devono farla pagare a qualcuno. Insomma il più piccolo deve sempre soffrire, sperando un giorno di diventare grande.Lo si vede quando si è invitati in una famiglia o durante i grandi pranzi. I bambini sono sempre gli ultimi ad essere serviti, se poi rimane qualcosa. In parrocchia, durante le feste, cerchiamo di ricordarci di loro. Le mamme preparano i popcorn e le banane arrostite con le arachidi. Le mettono in sacchettini e alla fine vengono distribuiti ai bambini. Non è molto, ma almeno anche loro possono fare festa insieme agli altri. Forse, se ci fosse meno egoismo, anche i bambini sarebbero considerati di più. Non dimentichiamoci la famosa frase di Gesù:”Se non vi fate come bambini, non entrerete nel Regno dei cieli”. Queste parole non piacciono molto ai grandi. Ma alla fine della vita, come ci viene ricordato anche nella parabola del ricco e del povero, le cose cambieranno. E i piccoli, i bambini, avranno il posto migliore. Certo, non bisogna aspettare fino a quel tempo. Siamo invitati a realizzare questo sogno dei bambini: dare loro il cibo quotidiano. Ti ringrazieranno con un sorriso,stanne certo.