Eboli: Nuovo Psi “Chi comanda nel Pd?”

 Non possiamo che accogliere con favore quanto dichiarato dall’onorevole Carmelo Conte rispetto all’impianto fotovoltaico di Salerno nell’ambito della polemica nata con l’assessore comunale del capoluogo di provincia, Gerardo Calabrese. Quel che, tuttavia, non è comprensibile è come alle belle parole, alle discussioni, alle riflessioni profonde non riesca a far seguito un’azione politica coerente da parte di chi, per lo meno seguendo le divisioni in correnti del Pd, dovrebbe rappresenta comunque la mente ispiratrice di una fetta consistente del partito ad Eboli come a livello provinciale. Il Nuovo Psi, in occasione del consiglio comunale tenutosi per l’approvazione del bilancio, aveva presentato un emendamento in cui, ribadendo il totale sostegno a programmi di sfruttamento di energie alternative, si chiedeva la tutela del territorio tramite una zonizzazione delle aree sfruttabili per impianti fotovoltaici che escludesse i monti di Eboli già soggetti all’intervento del Comune di Salerno. L’emendamento propositivo era stato bocciato da una maggioranza formata anche dai consiglieri comunali del Pd facenti capo all’area dell’ex ministro: capogruppo e segretario cittadino compresi. Eravamo anche disposti ad aprire una discussione con tutte le forze politiche per vagliare la vicenda dell’impianto fotovoltaico di Salerno e capire quali fossero i reali benefici per la nostra città alla luce di una possibile interpretazione delle nuove normative sull’Ici con il rischio addirittura di riduzione degli introiti per il Comune di Eboli. Detto ciò è evidente che le parole dell’onorevole Conte, seppur condivisibili, suonano incoerenti con quanto applicato dai rappresentanti di corrente e di partito. A questo punto è lecito chiedersi: chi “comanda” nel Pd? Chi rappresenta Conte? Chi è il reale portavoce di un partito che (parlano i fatti) risulta essere spaccato ogni giorno di più non solo tra correnti, ma all’interno delle correnti stesse? Capiamo, ci mancherebbe, l’inopportunità di dar seguito ad un emendamento propositivo quando formulato da un partito di opposizione. D’altra parte limitare la dimostrazione del dissenso o assumere posizioni ragionevoli fuori dall’assise (l’organo che determina lo sviluppo della città) vuol dire parlare d’aria fritta.