Serramezzana: turismo, storia e cultura

Turismo, storia e cultura s’incontrano nel Cilento. E’ qui che Mario Martone ha girato il suo “Noi Credevamo”, film sul Risorgimento in uscita al prossimo festival di Venezia. E’ a Serramezzana, il Comune più piccolo della Campania, che il turismo sostenibile incrementa la sua offerta attirando ogni anno visitatori da tutta Europa: una perfetta piattaforma di lancio per andare lontano. Ed è proprio a Serramezzana che, sabato 14 agosto, Toni e Peppe Servillo, Anna Bonaiuto e Andrea Renzi hanno raggiunto Ruggero Cappuccio e Silvio Perrella nella serata dedicata ai loro libri, organizzata con eleganza dal sindaco Anna Acquaviva e introdotta dal presidente del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, Amilcare Troiano. Nel paesino cilentano domina un palazzo settecentesco con saloni in stile Gattopardo e finestre che vedono un’enorme vallata e, in lontananza, il mare. Quale luogo più adatto per ospitare l’incontro tra due amici che si leggono e si raccontano in Metti una sera d’agosto. In uno degli affascinanti cortili di Palazzo Materazzi, sotto l’ombra di un fico, Silvio Perrella, siciliano, e Ruggero Cappuccio, napoletano, hanno raccontano attraverso i loro libri di due città, Palermo e Napoli. Da un lato, con la lettura di frammenti di “Giùnapoli” (Neri Pozza editore) di Silvio Perrella, s’è scorto un siciliano camminare per la città di Napoli desideroso di conoscerne la forma. Dall’altro, attraverso il racconto di Ruggero Cappuccio del protagonista del suo “Fuoco su Napoli” (Feltrinelli editore) s’è immaginata l’esplosione dei Campi Flegrei e l’intuizione malefica dell’avvocato Diego Ventre delle enormi possibilità edilizie ricavabili dall’evento. Al calar della notte, tra qualche goccia di pioggia, i personaggi attraverso cui parlano i due amici hanno tradito una curiosa assimilazione, un punto d’incontro in cui le due parti sono sembrate fondersi, roteando una intorno all’altra per invertirsi di posto. Perrella ha difeso il linguaggio di Napoli e della napoletanità, la ricerca della sua armonia nascosta. Cappuccio, invece, ha privilegiato l’essenzialità della cultura siciliana e la ricerca della verità. Un incontro attraverso la letteratura, il teatro, la musica, che ben si presta a questa alleanza culturale e sociale che il presidente Troiano ha annunciato nel discorso iniziale di voler costituire partendo proprio da quella sera e da quel cortile. E quale luogo migliore per poter cominciare!