Polla: Sant’Antonio, finalmente a casa!!

Aldo Bianchini

A Polla, dopo tanti batti e ribatti, ispezioni, sequestri, commissioni d’inchiesta, analisi mai completate e conferenze stampa il miracolo tanto atteso si è verificato: Sant’Antonio è tornato a casa. Finalmente!! Verrebbe quasi da dire, ma non vorrei passare per spergiuro, che il Santo finalmente riposa in pace. Per il ritorno tutto era stato preparato in grande stile. “Uno spettacolo emozionante e meraviglioso…” avrebbe dichiarato padre Ippolito Stabile dopo aver assistito insieme ad altri monaci al passaggio della statua, tra ali di folla acclamante, portata a spalle verso la sua nicchia naturale. Dobbiamo abituarci anche questo, la Chiesa Cattolica capisce ed intuisce per tempo i sentimenti dei fedeli e quale occasione migliore per preparare anche sul piano mediatico il grande ritorno. Per completezza manca, ora, soltanto la classica conferenza stampa, con la speranza che il tutto non superi i confini del cattolicesimo per sfociare nel terreno minato del paganesimo. La vicenda, a mio modesto avviso, è nata male ma è stata gestita ancora peggio. Una vicenda che ha fatto incrinare, almeno per qualche ora, la proverbiale riservatezza e severità del vescovo di Teggiano mons. Angelo Spinillo che in altre occasioni era riuscito a gestire molto meglio vicende ancora più complicate. Mi riferisco, in particolare, all’apparizione dell’immagine della Santa Vergine sopra uno spuntone roccioso ai piedi della collina di San Michele di Sassano. L’apparizione puntuale si verificava ogni sera e centinaia e centinaia di persone accorrevano da tutto il Vallo di Diano. Il fenomeno ebbe una eco eccezionale ed il mondo dell’informazione finì con il seguire l’avvenimento; dal Corriere della Sera a La Repubblica fino a tutti i quotidiani locali diedero ampio risalto a quelle apparizioni misteriose e che ancora oggi, a fenomeno concluso, non sono state spiegate neppure sul piano squisitamente scientifico. Sul posto arrivò anche la collega Monica Matano, della “La Vita in diretta” di Rai/1 che confezionò e mise in onda un bellissimo servizio televisivo sul presunto miracolo di Sassano. Ebbene in quella occasione il vescovo Spinillo si espose soltanto con la Rai per bloccare, comunque, quel fenomeno forse soltanto ottico. Il parroco di Sassano, don Otello Russo, si chiuse in un ermetico silenzio come era giusto che fosse. E il fenomeno finì così come era nato. Capisco che per la lacrimazione della statua di Sant’Antonio a Polla hanno avuto la visione ben due monaci, ma gli stessi, credo, andavano indotti al rispetto delle regole della vita religiosa per consentire ogni tipo di accertamento prima di sbandierare ai quattro venti la notizia e gridare al miracolo. Tutto quel battage serviva per il rilancio della festa del 13 giugno o serviva per un rilancio complessivo non solo del convento ma anche  di tutta la comunità pollese? Difficile rispondere, non sono il custode del verbo. Fatto sta che quell’allarme ha provocato l’arrivo a Polla di centinaia, se non di migliaia, di persone che altrimenti non avrebbero mai conosciuto le bellezze architettoniche e paesaggistiche della zona. La sera del 15 agosto scorso è stato aperto ufficialmente l’Anno Antoniano prodromo per le celebrazioni dei 780 anni dalla morte di Sant’Antonio. Fu “dottore della chiesa” e conobbe direttamente San Francesco, è ritenuto un santo molto miracoloso. Soltanto per questo a Lui dovrebbero rivolgersi tutti i fedeli per cose concrete. Ad esempio liberare l’ospedale di Polla dai “corvi maledetti” che speculano anche sui morti o, peggio ancora, sui morienti lasciando da parte la sua presunta e assai improbabile lacrimazione. Per carità, tutto nell’ottica di una fede cattolica di cui mi sento concretamente portatore.