Amor ch’a nullo amato…

di Rita Occidente Lupo

Amor ch’a nullo amato, amar perdona…Amor ch’al cor gentil, ratto s’apprende…Amor condusse noi ad una morte...La pennellata dantesca nel V canto dell’Inferno, apologetica dell’amore. Tra i lussuriosi, due cognati, Paolo e Francesca, colpevoli d’aver assecondato la passionalità dell’amore, sotto l’egida di Lancillotto. In Afghanistan, lapidazione per due giovani, rei di tradimento al proprio partner. Periti sotto la sassaiola: lei fidanzata, 23 anni, lui sposato, 26 anni. I talebani non perdonano! Mani legate, per i due giovani amanti, prima della morte, sterminatrice di relazione, a costo della stessa vita. Amore maledetto, quello che non rispetta vincoli e non onora il partner. Che rinnega l’altro, facendosi lusingare dall’emozione. In tanti a parlar d’amore…in pochi a viverlo autenticamente. Spesso, irretito dalla sensualità, imbrigliato dalla complicità, sottomesso alla voluttuosità. Chino, dinanzi alla legge del cuore, spesso eludente quella della mente. Al cuor non si comanda, impera chi ancora crede che, i sensi, possano averla lunga. Oggi, a parlar d’amore, non solo romantici poeti. Un sentimento in via d’estinzione, che s’affanna per farsi largo tra interessi e qualunquismo. Tra circostanze ed ambizione. Eppure, l’amore, ha una storia lunga quanto il mondo. Ed una musicalità senza tempo. La sua perenne voglia d’affermarsi tra gli uomini e d’andar stracciando emozioni, specialmente tra cuori “gentili”. Di penare, se non ricambiato, tra sospiri e palpiti. Di perdonare, al di là della logica. L’amore…inconfettato tra edulcoranti frasi da mon chery e vertigini sentimentali: altalene d’attese e la stessa voglia di vivere. Sfuggendo ogni legame e residuo etico, a volte, a costo della stessa vita. Un’infermità a volte letale, dalla quale difficile guarire. Ma è giusto che l’amore infranga ogni etica?