Cossiga: un pezzo di storia politica spento!

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Un cimelio della storia politica del nostro Paese: Kossiga. Così come veniva appellato il suo cognome, negli anni di piombo. Dopo la leggera ripresa dei giorni scorsi, che non lasciava presagire il collasso cardiocircolatorio, in nottata s’è spento l’uomo di ferro del nostro tempo. Francesco Cossiga: 82 anni suonati, ancora tanta passione politica nelle vene, anche se da qualche tempo, dopo il recente appoggio al premier Berlusconi, sembrava alquanto allentata la sua verve. Coetaneo di Andreotti, negli anni che portarono il Bel Paese sulle pagine non solo nazionali per il sequetro Moro. Da vecchio democratico cristiano, a presidente della Repubblica. Innumerevoli gl’incarichi di governo, che non l’hanno mai relegato alla trincea dell’indifferenza. In una stagione difficile dell’Italia, quella con le ossa ancora fracassate da un pentapartito tutto da reinventare, non solo sulla pelle degl’Italiani. Cossiga abile stemperatore del clima di terrore che i sovversivi seminavano ad ogni pie’ sospinto. Senza mezze misure, la sua volitività, alle prese con mosaici istituzionali, smembranti l’anima di una certa sinistra. Frantumando ideologie. Ottavo presidente della Repubblica, dopo il socialista Pertini, il suo nome legato a Gladio. Su di lui, s’è detto tanto. Sul politico, che rampante usava la scientificità, spesso all’ impulsiva voglia d’affermare il partecipato consenso post democratico. Un Cossiga a volte spento, per coloro cha amavano denigrarne il tratto equilibrato, nei momenti in cui anche il Pci, lo proponeva a capo dei Ministri. Fuga di notizie, scandalo Donat-Cattin: richiesta di messa in stato d’accusa per il complotto Gladio. La sua enfasi, nel crollo del muro berlinese, come apertura ad una Germania senza più steccati. Un turbine politico,  logica consequenziale ad un impegno pragmatico. Un Cossiga che, dal suo letto del Policlinico Gemelli, dove allestita la camera ardente, lascia il testamento spirituale per i presidenti attuali, disdegnando funerali di Stato. Una celebrazione esequiale tranquilla, in quel di Cheremule, vicino Sassari, tra le sue ultime volontà. Un segnale d’ autentica politica nel nostro tempo.  Reggendo i fili d’ un gioco sottile, quello della dialettica, sale giammai insipiente in ogni formazione che si rispetti. Testimonial che, le idee, camminano sulle gambe degli uomini e che spesso, amano anche passeggiare sui loro nervi, d’acciaio!