Ambiente: dal Parco Nazionale a Zeffirelli

Aldo Bianchini

Puntuale come un orologio svizzero è arrivato l’ennesimo sequestro giudiziario da parte della Guardia di Finanza di Salerno di una dependance della famosissima “Maison Tre Ville” che per decenni è stata la residenza estiva del regista Franco Zeffirelli. Tre villette a schiera, stile anni ’50, che grazie al “fiorentino” hanno fatto il giro dei rotocalchi di gossip più importanti del mondo. In esse ha soggiornato per pochi giorni anche il premier Silvio Berlusconi che mancò per poco il loro acquisto. Il nuovo sequestro attivato nell’ambito dell’intensificazione dei servizi di Polizia Ambientale e tutela del Demanio Marittimo ha riacceso i fari dell’attenzione sui presunti scempi ambientali che quotidianamente vengono perpetrati dal Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano fino alla “Divina” costiera amalfitana. Proprio pochi giorni fa il Tribunale di Sala Consilina ha emesso una durissima sentenza a carico di sette persone responsabili di un presunto scempio con danneggiamento e deturpamento ambientale e violazioni in materia urbanistica e paesaggistica atteso che gli abusi sarebbero stati perpetrati all’interno del perimetro del Parco Nazionale di cui sopra. Esattamente la stessa tipologia di reato contestata dall’attenta Guardia di Finanza alla società (speriamo non “off shore”) che ha acquistata la villa di Zeffirelli ricadente nel perimetro del Parco regionale dei Monti Lattari. Con una sostanziale differenza, però. Nel caso del Parco Nazionale lo scempio sarebbe stato consumato con l’avallo e la concessione di tutti i permessi necessari da parte del Comune di Monte San Giacomo, nel caso del Parco Regionale la Finanza avrebbe agito in piena sintonia con l’ufficio tecnico del comune di Positano. Come dire, dalle stalle alle stelle.  Sulla vicenda, ovviamente, è intervenuto anche Michele Buonomo (Legambiente) dicendo che “… in quella villa si perde il pelo ma non il vizio …”. Ebbene, considerato il fatto che i vari i proprietari della “Maison Tre Ville” l’hanno fatta sempre franca, sarebbe il caso che se davvero la Guardia di Finanza vuole fare giustizia fino in fondo cerchi, con qualche artifizio, di far arrivare il corposo fascicolo del sequestro al Tribunale di Sala Consilina, di sicuro le pene saranno esemplari. Basta pensare che per l’allargamento di una piccola stradina e per la ristrutturazione di un “fabbricato rurale” il proprietario ha beccato circa cinque anni di reclusione, se si confronta con la suite e la piscina di Positano gli anni certamente salirebbero in maniera vertiginosa. Almeno questa è l’opinione diffusa tra gli operatori del Vallo di Diano (avvocati, professionisti, imprenditori e commercianti) che io ho semplicemente raccolto. Detto questo passo subito a ricordare, per grandi linee, la storia della “Maison Tre Ville”. Nasce agli inizi dei mitici anni ’50 ad opera di un ricchissimo banchiere australiano, tale Mr. Hulmann, che aveva deciso di godersi le sue ricchezze al sole ed alla temperatura della  “Divina”. Con gusti sessuali tra il gay e l’omo, non potendo godere dei favori femminili, aveva assoldato uno stuolo di bellissime ragazze di varia nazionalità (dal Brasile alla Cina) che lo accompagnavano lungo tutto il sentiero verso il mare tra spruzzi di profumate spezie e sventagliate di fresco. Con un’aggiunta particolare. Di volta in volta il facoltoso banchiere reclutava stuoli di baldi giovanottoni dell’epoca (erano gli anni dei vitelloni) che partivano addirittura dal lungomare di Salerno e raggiungevano l’incantevole villa per compiacere le lubriche brame di mister Hulmann. Storici i racconti di quei vitelloni che approfittavano della situazione per incassare danaro sonante e per abbordare anche le splendide ragazze al seguito. E pensare che dopo qualche decennio arriva la Finanza a stroncare tutto, anche i sogni di quei beati giovanotti che oggi leggendo Cronache forse ricorderanno le loro imprese.