Il futuro, la libertà, la paura

Angelo Cennamo

Il gruppo dei finiani, ora denominato “Futuro e libertà per l’Italia”, ha fatto il suo esordio alla camera in occasione del voto sulla sfiducia al sottosegretario Caliendo. Qualche giorno prima che venisse “cacciato” dal Pdl, il presidente della camera aveva suggerito a Caliendo – colpevole nientemeno di aver cenato in compagnia di Flavio Carboni – di fare un passo indietro e di dimettersi dal ruolo di viceministro. “Chi riceve avvisi di garanzia” aveva detto Fini, mostrando il suo lato meno garantista, “deve farsi da parte”. Coerenza avrebbe voluto che i finiani alla camera votassero la sfiducia all’impunito Caliendo. Ma, a sorpresa, il nuovo gruppo autonomista ha preferito optare per l’astensione, a braccetto con l’Udc di Casini. Il passo indietro, dunque, c’è stato, ma a farlo non è stato il sottosegretario, vittima di una sceneggiata assurda e strumentale, bensì i promotori del neo moralismo all’italiana, quello a corrente alternata, che vale solo per alcuni, ma non per altri. Cosa sarebbe successo se i finiani avessero votato come invece hanno fatto il Pd e l’Idv? Il governo, di fatto, sarebbe stato sfiduciato dalla maggioranza dei deputati, e Berlusconi, di conseguenza, avrebbe dovuto rimettere il mandato al presidente della Repubblica. Ecco allora la paura. La paura di andare alle urne e subire una sonora bastonata dagli elettori, specie quelli di centro destra, che avrebbero additato Fini e il suo raggruppamento come un manipolo di traditori e di ribaltonisti. Le prospettive dei finiani, una volta giunti alle elezioni, sarebbero state poco rosee; i sondaggi che circolano in questi giorni danno Fli tra l’1 e il 3%, troppo poco per occupare le poltrone del parlamento. I futuristi quindi devono andarci con i piedi di piombo : contrastare e logorare la leadership di Berlusconi, ma stando attenti a non tirare troppo la corda. “Siamo e resteremo parte integrante della maggioranza” ha dichiarato Benedetto Della Vedova nella sua dichiarazione di voto. Ne prendiamo atto. Tuttavia, la situazione in cui si ritrova il governo non è delle migliori. La collocazione  dei separatisti, oggi alleati fedeli, domani chissà, resta ambigua e non offre garanzie sufficienti al premier per portare a compimento la legislatura e con essa il programma di governo. La tentazione di andare al voto è forte. Una nuova affermazione del centro destra sarebbe più che probabile. Ovviamente non sono dello stesso avviso i partiti di opposizione (finiani compresi), i quali preferirebbero governicchi di transizione, di “salute pubblica” o di “responsabilità nazionale” come usa dire Casini. Lo scopo è quello di modificare l’attuale legge elettorale che impedisce a Bersani e soci di prendere un solo voto più del cavaliere. Questa ampia schiera di non graditi, questa brigata di fossili della prima Repubblica  prova allora a giocarsi l’unica carta che li renderebbe vincenti: il proporzionale. La nuova aritmetica consentirebbe alle forze massimaliste della sinistra di rientrare in gioco, ai finiani di superare la soglia dello sbarramento, a Casini di gestire le elezioni senza patemi, e a tutti di creare un fronte unico e “paludoso”, come ha scritto Della Loggia sul Corriere, per sbarazzarsi dell’Orco Berlusconi. Lo scenario descritto sarebbe devastante, un salto all’indietro verso gli anni più bui della politica, quelli delle “convergenze parallele”, dei “doppi forni”, delle “discontinuità” e delle “desistenze”. Dio ce ne scampi!  

 

2 pensieri su “Il futuro, la libertà, la paura

  1. la tanto decantata maggioranza bulgara è andata in crisi. la serpe l’aveva in seno! per giunta, a leggere alcuni giornali, quelli,liberali, liberisti e libertari, che fanno gli articoli a posta prioritaria, era una serpe anche poco onesta, di quelle che predicano bene e razzolano male. un “manipolo” di traditori che si sono fatti eleggere con i voti di berlusconi e, come novelli bruti (o ciani) poi l’hanno pugnalato alle spalle con una trentina di onorevoli. e pur di portare avanti un golpe massone e comunista impediscono al governo di andare alle elezioni che sarebbero sicuramente stravinte dall’attuale presidente del consiglio e la prova provata sono i sondaggi che come si sa da ora in poi saranno sostitutivi delle elezioni perchè così si risparmia e si fa anche prima.
    capisco il disagio, e mi scuso per l’ironia, caro angelo (cennamo) e per questo ti propongo un’altra lettura della situazione.
    credo che questa maggioranza non c’è mai stata e si reggeva su un programma mai scritto e tanto meno mai realizzato. questa maggioranza funzionava come il gioca del padrone. come ben sai consiste nel fatto che all’apparenza comanda in padrone ma in realtà chi decide è il sotto. fino ad oggi il sotto era bossi e la lega da oggi i sotto sono due perchè si è aggiunto fini.
    altro che costituzione materiale!

  2. Non credo proprio. I “padroni” sono altrove. I “padroni” sono quelli che costituiscono partiti ad personam, come Di Pietro. Quelli che pur di difendere il loro orticello, rinunciano a confluire, come Casini. Quelli che in 15 anni indicono un solo congresso, come Fini. Questi sono i padroni della politica. Quelli che senza avere i voti vorrebbero porre veti e ostacolare chi invece i voti li prende.

    Saluti – AC

I commenti sono chiusi.