Cestari sul Presidente Kagame: “Con lui il Ruanda avrà uno sviluppo certo”

Reduce da numerose missioni economiche realizzate in Ruanda mettendo in contatto imprenditori italiani (tra cui molti campani) con i membri del locale Governo, il presidente della Camera di Commercio ItalAfrica Centrale Alfredo Cestari dice: “Oggi il Ruanda appare una nazione resuscitata, un Paese sulla via della normalizzazione che cerca un futuro migliore. La pace e la stabilità politica raggiunte dal 1995 hanno incoraggiato gli investimenti. Nonostante la povertà, dal 1995 la liberalizzazione economica e la stabilità sociale hanno favorito un’elevata crescita economica. Oggi il rilancio è tangibile, promettente per l’avvenire. Il turismo è chiamato a svolgere un ruolo trainante nel rilancio delle strutture economiche necessarie per assicurare prospettive di crescita al Paese. In Europa si guarda con molta attenzione alle elezioni presidenziali del 9 agosto convinti che assicurando continuità al governo-Kagame, autore delle riforme strutturali alla base dello sviluppo, il popolo ruandese garantisca a se stesso un futuro di emancipazione ed autonomia basato sulla creazione di lavoro, sulla crescita individuale e collettiva, sullo sviluppo industriale, imprenditoriale ed economico”. Kagame – Sull’azione del Presidente della Repubblica, Paoul Kagame: “Con il suo obiettivo ‘Visione 2020’ per la lotta contro la povertà, il Ruanda sta per iniziare un programma di privatizzazione e liberalizzazione con lo scopo di raggiungere una crescita economica duratura. L’obiettivo consiste nel trasformare l’economia, che dipende al 90% dall’agricoltura, in un sistema moderno, fondato su settori differenziati nuovi e in piena espansione, dalle radici solide, capace di accogliere investimenti ed è in grado di creare occupazione e nuove opportunità. Le maggiori esportazioni in Ruanda sono il caffé, il tè, lo stagno, la cassiterite e il piretro. Il caffé costituisce più del 50% del valore totale delle esportazioni, mentre il tè di montagna è considerato uno dei migliori del mondo. Recentemente sono stati realizzati grandi investimenti privati nel turismo e nello sviluppo delle nuove industrie, come quella dei fiori per l’esportazione e l’allevamento del pesce. La totalità delle risorse del Ruanda non è stata ancora esplorata. La pesca commerciale sul lago Kivu è ancora poco sviluppata; ci sono molte opportunità nell’industria del turismo, che è ancora ai suoi primi passi. La manodopera è devota, energica e desidera vivamente di essere formata. Il Governo Kagame, attraverso l’intermediario del RIPA (Rwanda Investment Promotion Agency) è disposto a lavorare con gli investitori per realizzare i loro obiettivi e condurre l’economia verso un avvenire migliore. Ci sono molte opportunità per gli investitori che hanno idee, immaginazione e talento. Il Governo-Kagame ha dimostrato di essere a loro disposizione”.Al termine dell’ultima missione economica a Kigali, Paoul Kagame gli promise “un tappeto rosso per gli investitori”. Lui, che ben conosce “le possibilità di sviluppo del Ruanda”, si è quindi attivato per organizzare altri viaggi di imprenditori ed industriali italiani in quell’angolo d’Africa sub sahariana che lunedì 9 agosto esprimerà, a suffragio universale, il nuovo Presidente della Repubblica “che sarà ancora Kagame”, di cui, Cestari, condivide “i programmi di sviluppo”. Certezze trasmesse anche a molte aziende salernitane che “stanno per internazionalizzare in Ruanda le proprie attività”: Cestari ne cita alcune: Caffè Montecarmelo (di Battipaglia), le elettromedicali del capoluogo e della valle dell’Irno, il gruppo Caramico leader nella distribuzione, Italcon Srl (Import ed export merci) ed Elettrogena Srl (Produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili); Slam Lavori Aerei Srl (Napoli – Trasporto aereo).  Spiega: “Con Uganda, Borundi, Kenia e Tanzania il Ruanda ha chiuso un’intesa per la creazione di un mercato unico strutturato su una moneta comune e sull’assenza di barriere doganali e dazi. Chi investe in uno dei questi cinque Paesi potrà commercializzare i propri prodotti in un mercato da 200 milioni di potenziali clienti”. Partner privilegiato di imprese del calibro di Astaldi, Eni e Gruppo Cremonini, ItalAfrica Centrale è punto di riferimento anche per i Governi africani che, attraverso la camera di commercio vedono aumentare le possibilità di insediamento sui loro territori. Stima e rapporti sono datati nel tempo: a capo di ItalAfrica Centrale nel 2008 Cestari riuscì ad indirizzare, mettendo a frutto i rapporti già strutturati e consolidati con 19 Stati della fascia sub sahariana, i consensi ufficiali dei governi di Burundi, Ruanda, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica del Congo, Gabon, Uganda, Gibuti, Comore, Nigeria, Kenia, Malawi e Burkina Faso sulla città di Milano e sul governo Italiano nella difficile partita per l’attribuzione dell’Expo 2015 (tanto che a Parigi Cestari votò per delega in rappresentanza del Burundi). Milano ottenne 86 voti, Smirne 65. I voti sub sahariani fecero la differenza. Oggi il sindaco Moratti e gli esponenti del Governo hanno l’ingegnere salernitano (è nato a Montesano sulla Marcellana) quale riferimento per le relazioni con i governi sub sahariani, lo stesso accade per una ventina di Capi di Stato africani. Non a caso, tra i primi appuntamenti del nuovo corso di Kagame, ci sarà  proprio quello con Alfredo Cestari. “Il Presidente mi ha invitato alla festa per il suo insediamento”, dice.Battuta Smirne, Letizia Moratti recapitò al Presidente Paoul Kagame ed al presidente di ItalAfrica Centrale Alfredo Cestari l’invito per la prima alla Scala di Milano: al loro arrivo furono ricevuti anche dall’amministratore delegato della Società Expo 2015 Paolo Glisenti. Era il 7 dicembre 2008: il Presidente Paul Kagame si dichiarò ancora una volta “pronto a mettere a disposizione delle imprese italiane tutte le strutture governative preposte allo sviluppo del commercio internazionale”. Più di recente, venerdì 30 luglio 2010, il vice presidente del Parlamento Europeo Gianni Pittella, ospite in casa Cestari, ha invitato l’ingegnere ad organizzare per conto dell’organismo europeo una missione economica in sub Sahara.