Il Vangelo della Domenica commentato- Abbazia Della Scala
Chiedete e vi sarà dato Lc 11,1–13
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre,sia santificato il tuo nome,venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione».Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli; e se quello dall’interno gli risponde: Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
“Parola del Signore” “Lode a Te, o Cristo”
P. Antonio G. Cassano
Lo Spirito ancora ci guida nel ricordare il Maestro, i suoi insegnamenti, il suo esempio. Come il giorno in cui i suoi lo videro pregare e gli chiesero di insegnare loro a pregare come aveva fatto Giovanni il battista con i suoi discepoli. Ecco, allora, che impareranno quella che d’allora in poi diventerà la Preghiera del cristiano: il Padre nostro. Quando pregate, dite” Il Maestro insegna loro la preghiera che probabilmente Lui stesso in quel momento pronunciava, visto che è stato colto in quell’atteggiamento e subito dopo l’hanno interrogato”. Gesù, attraverso le parole della preghiera, dice loro innanzitutto che la preghiera è rivolgersi a Dio come a un Padre e che quindi la preghiera è di chi si sente figlio, figlio di Dio. Il figlio, quindi, chiede al Padre che sia santificato il Suo nome, cioè che Lui si faccia conoscere da tutti gli uomini. Il figlio chiede al Padre il pane per vivere, quello di ogni giorno. Il figlio chiede il pane per sé e per gli altri, il nostro pane. Per cui la preghiera è quella di un figlio che si sente fratello di altri e con i quali condivide la sorte, quella appunto di aver bisogno tutti quanti di mangiare e di essere perdonati come già tra loro i fratelli si perdonano le reciproche offese, viste come debiti. Infine il figlio chiede per sé e per gli altri che il Padre non li abbandoni nel momento della difficoltà, della prova, che non li lasci soli. Il Maestro oltre alle parole della preghiera insegna ai discepoli anche con quali sentimenti esprimerla. Allora racconta dell’amico e dell’amore di un padre. Nel primo racconto, quello dell’amico, il Maestro insegna che la preghiera deve essere invadente, indiscreta, scocciante. Gesù sembra dire che il Padre vuole essere disturbato, importunato. Il Padre, infatti, è disponibile ad accogliere chiunque andrà da lui a chiedere, a cercare, proprio perché Padre. Con il secondo esempio, il Maestro chiama in prima persona chi lo sta ascoltando facendo riferimento al sentimento paterno che loro esprimerebbero nei confronti dei figli. Essi stessi mai rifiuterebbero di dare da mangiare ai figli cose cattive al posto di quelle buone: una serpe al posto di un pesce o uno scorpione al posto di un uovo. Per cui quanto più Dio che è Padre di tutti, non avrà un atteggiamento simile! In questo modo il Maestro insegna che mentre si prega occorre nutrire un sentimento di fiducia, fiducia di ricevere cose buone dal Padre, anzi chiedere ciò che di più buono può dare: lo Spirito Santo, ossia la Sua stessa vita, lo Spirito del Santo, di Lui per loro. Attraverso il vangelo il Maestro parla anche a noi. Quando pronunciamo le parole del Padre Nostro ci sentiamo suoi figli, ci chiediamo se vogliamo che Dio sia conosciuto da tutti come Padre, aspettiamo da Lui il cibo, gli chiediamo perdono come noi stessi ci perdoniamo a vicenda, lo cerchiamo nel pericolo, sappiamo di ricevere da Lui solo cose buone, lo preghiamo fino a volerlo stancare per essere esauditi?