Salerno: Generazione Italia “Borsellino, il valore di un’idea”
“Borsellino e il valore di un’idea”. Tema dell’incontro svolto questo pomeriggio, presso il “Salone Genovesi” della Camera di Commercio in via Roma a Salerno. Numerose piccate al governo provinciale ed all’attuale quadro politico nazionale.L’evento, organizzato dal coordinamento provinciale di Salerno Generazione Italia, in occasione dell’anniversario della tragica scomparsa di Borsellino, finalizzato alla promozione della legalità, alla rievocazione dei valori che hanno informato il suo operato e che dovrebbero informare l’attività di questo stato, e di ogni stato di diritto. Proprio il 18 luglio del 1992 moriva in Via D’Amelio, in un attentato mafioso, il Giudice con la sua scorta. Ricordare un “servitore dello Stato” non è solo un omaggio a un uomo che merita “rispetto”, il rispetto di un paese, e non è solo rendere “onore” ad un uomo che in ogni suo gesto ha insegnato qualcosa Ricordare Borsellino è un “dovere”, un atto di “responsabilità”, un gesto d’amore che fa capire il “senso dello Stato”. Sono intervenuti: l’avv Michele Sarno, coordinatore provinciale Generazione Italia Salerno; l’avv. Laura Landi, presidente Camera per i minori di Salerno; l’on. Vincenzo Rivellini, europarlamentare, coordinatore regionale in Campania di Generazione Italia. “L’onestà d’un uomo- ha dichiarato Sarno, rievocando Borsellino- mai a deciderla la magistratura, ma il giudizio della gente. Fccio mia la frase del presidente Fini: uin politico dev’esser come la moglie di Cesare, immune da ogni maldicenza. Il quadro attuale, mi preoccupa notevolmente, per cui concordo sulle notevoli perplessità di Di Pietro, dei giorni scorsi, che nel Paese non c’è meraviglia alcuna, dinanzi alla corruzione dilagante. Le statue ditrutte di Borsellino e Falcone, la fiaccolata, alla quale ha preso parte sì e no un centinaio di persone, fa comprendere che il Paese vive distaccato rispetto a certi eventi.Che invece vanno visti nell’ottica giusta. Lo smarrimento di valori, preoccupante. Cosentino dovrebbe dimettersi da coordinatore Pdl, essendo inquisito.Essendo il partito azzurro vittorioso in Campania e nel sud. Borsellino hs portato avanti, a costo della vita, degl’ideali: sapeva che, dopo Falcone, sarebbe stato lui la vittima. Ciò nonostante, si diede a seminare germi di legalità tra i banchi scolastici. La legalità, condizione che rende l’uomo conscio d’esser in un sistema, dove esistono leggi analoghe per tutti. Ultimamente qualcuno pensa che, per far politica, occorra aver precedenti penali. Non si può affidare il Paese a personaggi invischiati in affari tutt’altro che leciti! La politica di meritocrazia, capace di far tirar fuori ad ognuno le proprie credenziali, per andare avanti. Non clientelismo, per poltrone. L’ amcicizia con Fini non azzera le mie idee. Oggi la politica non è più destra o sinistra, ma persone rassegnate e persone arriviste. Bisogna ribellarsi all’ingiustizia e non soggiacere al principe di turno. Alcuni pagano un prezzo alto in questa provincia, per non inginocchiarsi dinanzi al principe. “Siam un popolo di briganti, che non china il capo sottomesso- ha concluso Verdini. Il messaggio di Borsellino, nutrito da pane missino, umile servitore deo stato, rinnegando fasti della capitale. E’ rimasto a Palermo, a combattere la mafia, in ossequio alle proprie idee. Generazione Italia recupera valori dimenticati. Alzando la testa. Noi facciamo parte del Pdl ed intendiamo contribuire a tale formazione, ma se non ascoltati, muteremo direzione. Fini, nuovo liberatore dalla corruzione!”