Vita di Missione: Alfabeto Africano, R come Ricordare
Padre Oliviero Ferro
Qualcuno dice sempre che gli anziani vivono nel passato, vivono di ricordi. Ma non si può andare verso il futuro, senza dimenticare le nostre origini. Se vuoi conoscere come le cose sono al presente, devi chiedere a qualcuno che ti spiegherà cosa è successo nel passato. E’ un po’ come se uno dicesse, vedendo un albero di mango, “come è grande”. Ma si dimentica che è nato da un piccolo nocciolo. Ci è voluto molto tempo e pazienza per farlo diventare così grande. Quando arrivi in un villaggio, vai a salutare le persone anziane e siediti insieme con loro. Saranno felici di parlare con te e di spiegarti le origini del loro villaggio. Ti faranno capire perché le persone hanno ricevuto dei nomi particolari, perché certi luoghi sono importanti e altri meno. Insomma quello che è successo. Noi lo sappiamo che un anziano è una biblioteca, uno che custodisce con attenzione le memorie, le ricchezze della cultura. Avvicinati con rispetto a lui e dagli importanza. Ha vissuto prima di te e ti può aiutare a vivere dopo di lui. Ricordare è fare rivivere un po’ della vita. Incontrarsi con delle persone che hanno faticato, riso, pianto, creduto. Hanno avuto delle speranze, dei progetti, dei sogni. E noi siamo il frutto del loro amore, del loro impegno. Ricordare è ringraziare, onorare chi ci ha dato il proprio sangue, chi ha sudato per noi, chi ci ha permesso di cominciare a vivere. Ricordare è bere all’amore di Dio e dell’uomo, sparso nel mondo. Ricordare è continuare a costruire insieme un mondo migliore. E allora quel vecchietto, a cui, a prima vista, non daresti molta importanza, è un pilastro su cui il mondo viene costruito. Dice un proverbio africano che anche i vecchi bambù sono importanti per costruire una casa. Non dimenticarlo mai.