Vita di Missione: Alfabeto Africano, F come Fame

Padre Oliviero Ferro

 

Quando ero un po’ più piccolo ho provato cosa vuol dire mangiare poco,ma la Fame,credo proprio di noi. Allora quando si vedono alla televisione o nei giornali delle foto di bambini ridotti a pelle e ossa,con la pancia gonfia,viene da fare molti pensieri. Perché loro sono in questa situazione e noi no,di chi è la colpa,cosa si può fare e tante altre domande. Quando poi si va in Africa e ci si avvicina a queste realtà,allora diventa più difficile pensare. Non si sa più che cosa dire,tranne che “dobbiamo fare qualcosa”. Certo, non basta dare loro da mangiare, ma bisogna fare in modo che le loro condizioni di vita migliorino in tutti i sensi. Spesso sono dei bambini abbandonati negli orfanatrofi, vittime della guerra, dell’ignoranza. Tanto,si dice, è un bambino e non può parlare di fronte ai grandi. Ma anche un bambino ha il diritto di diventare grande. Non c’è solo la fame di cibo,c’è anche quella di giustizia, di conoscere cose nuove,di giocare, come tutti i bambini del mondo. E allora, chi può saziare la loro fame? A volte,non sapevo che cosa fare,perché non è semplice trovare delle soluzioni. Ci vuole un cambio di mentalità in tutti i sensi, cioè si deve cominciare a considerare il bambino una persona con tutti i diritti e doveri. Insomma accorgersi che lui esiste e che si aspetta da noi delle risposte. Forse allora,qualche cosa cambierà.