Solo accuse a Pierro?

di Rita Occidente Lupo

Che Mons. Pierro, arcivescovo metropolita di Salerno-Campagna-Acerno abbia avuto una gestione non facile del gregge cristiano, lo si sa da tempo. Anche transitando per il Gregge! Ormai sgocciolano i giorni, in cui i ricordi di attentati all’unità ed inquisizioni, con tanto di sigilli, per l’Agellara home, rimandano la marcia d’ un Amarcord senza tempo. Serafico curato di campagna, oseremmo dire, allorquando dal Comune di Coperchia, subentrò a Mons. Grimaldi, entrando per il Palzzo arcivescovile a testa alta. Con fare popolare, sorridente verso tutti. Benedicendo le folle salernitane, devote dell’evangelista gabelliere, al pari dei saluti del sindaco De Luca al suo fianco. Trono o altare, verrebbe da chiedersi dovendo tirare le somme degli scandali, che hanno fatto balzare la diocesi alle cronache nazionali. Ammanchi di denaro, sacerdoti sul sentiero di guerra, alleanze politiche dirette e trasversali. Una Chiesa che il Poverello d’Assisi riprenderebbe da San Damiano. Una gerarchia intenta agli affari, più che al potere spirituale. Questa l’icona, che alla luce dell’ultimo episodio metropolitano, lascia interdetti. La statua in marmo di Carrara, presso il seminario di Pontecagnano, effigiante Mons. Pierro ancora vivente. Un’esaltazione, ancora in vita, d’un pastore d’anime che ancora deve convincere tanti sulla sua buona fede. Che ancora fatica a districarsi negl’inciuci sulla sua successione. Un vescovo chiacchierato all’eccesso, perfino nell’uso degli occhiali scuri per il sole. Qualunque gesto, un vespaio d’accuse. Ma in ogni uomo, connivono bene e male. Luci ed ombre. Su Pierro solo ombre? Avendolo personalmente conosciuto da parroco di Coperchia e seguito anche in altre diocesi da vescovo, non credo abbia mai riposto l’arma della preghiera. Che più volte si sia trovato in marosi difficili da gestire, fuori dubbio. Ma che anche la statua, che tanti proseliti detrattori incontra tra i bloggers disfattisti, sia stata un ennesimo capolavoro per la sa condanna, invito chiunque a mettersi dall’altra parte. Pierro ha ereditato una situazione non facile: gli sperperi già avevano lanciato segnali inquietanti. Andirivieni di congiure, intrallazzi, soffiate, messi apostolici. Un trambusto tutt’altro che ecclesiale in quella ch’è la casa del Signore. In un ovile inquieto, in cui le vocazioni adulte, rinfocolate dalla certosina predicazione anche domenicana. Senza voler far nomi o riferirci a fatti che ancora lasciano allibiti quanti hanno creduto ed ancora credono fermamente che, nella Chiesa di Dio, la preghiera e l’esempio debbano essere d’esempio, auguriamo Pierro buon pensionamento ed al suo successore, di saper reggere la Chiesa locale, tra i marosi dei tempi!