Cetara: “L’Italia a pezzi” del caporedattore del TgLa7

Sara’ Cetara il luogo di inizio di …incostieraamalfitana.it, incontri con i libri, gli autori e gli editori di novità letterarie italiane e straniere in Costa d’Amalfi. La rassegna letteraria, infatti, vedra’ protagonista, Venerdì 4 Giugno 2010, alle ore 19.00, presso la Sala Auditorium “Ave Maria”, il giornalista Antonio Roccuzzo, caporedattore del TGLA7. Nato a Catania, ha iniziato la sua attività nel quotidiano “I Siciliani” diretto da Giuseppe Fava. È stato inviato del “Manifesto” e dell'”Indipendente”. Ha lavorato in Rai ed è stato capocronista della “Gazzetta di Reggio” del gruppo Finegil-Espresso. È autore di “Orlando-Palermo” (1990), “Gli uomini della giustizia nell’Italia che cambia” (1993). e “Il silenzio è d’oro” (2000). A Cetara il direttore organizzativo dell’evento, Alfonso Bottone, e Mario Pagano dell’Associazione Giornalisti Cava-Costa d’Amalfi “Lucio Barone” approfondiranno con l’autore “L’Italia a pezzi” edito da Laterza.Non esistono al mondo due luoghi più diversi tra loro di Catania e Reggio Emilia. Eppure entrambe sono città italiane, che partecipano di un’unica storia e offrono soluzioni opposte a problemi – e a un passato – condivisi. Sono le portabandiera delle due Italie in cui viviamo e che normalmente si ignorano: Reggio nell’Emilia è lo stereotipo dell’Italia che funziona, basata sulla convivenza civile e su un circolo virtuoso di buon senso civico. Catania è il suo alter ego, sorta di Sodoma e Gomorra in mano alla mafia e al pensiero unico, dove perfino l’assassinio di un giornalista indipendente come Giuseppe Fava scivola via senza scosse e non riesce a produrre memoria collettiva. Reggio è roccaforte di una nazione fondata sui principi della liberazione dal fascismo; Catania è laboratorio dell’Italia illegale nata sulle macerie dello stato democristiano. Reggio è città con un’opinione pubblica vivace e un’informazione locale pluralista; Catania è raccontata da un giornale solo. Reggio vanta gli asili pubblici più belli e copiati del mondo; Catania è una città senza asili o quasi. A Reggio l’amministrazione pubblica è gestita come un’impresa; a Catania è un colabrodo sull’orlo del fallimento. Buongoverno e malgoverno, nord e sud come nei vecchi cliché? La verità è che anche nel ventre pasciuto dell’Emilia si annida la criminalità. E se in tempi di recessione in Sicilia si riaccende l’autonomismo, la roccaforte della sinistra italiana cede alle lusinghe della Lega. Sabato 5 Giugno, invece, ci si sposta in Piazzetta Cantilena a Minori, dove Paolo Zardi, quarantenne ingegnere padovano, presenta “Antropometria”, opera prima data alle stampe dalla giovanissima casa editrice aquilana Neo. Vite, spaccati, desideri, accomunati tutti da piccoli o definitivi cedimenti. Con uno stile ed uno sguardo che qualificano un personalissimo verismo massimalista, l’autore costruisce storie in cui qualcosa “improvvisamente” salta, si altera, deflagra. 16 racconti dove Zardi mette in scena scorci di umanita’ a cui, con l’intensita’ della propria penna, rida’ spessore e distanze che altrimenti non potremmo vedere, ne’ percorrere, o tantomeno misurare. Quella di Minori per “Antropometria” e’ un’anteprima nazionale, poiche’ il “lancio” vero e proprio del libro avverra’ dopo l’estate. A parlarne con l’autore Alfonso Bottone, e Franco Bruno Vitolo dell’Associazione Giornalisti Cava-Costa d’Amalfi “Lucio Barone”, con inizio alle ore 19.00.