Facebook, una nuova droga

   Alessio Ganci

Facebook, in breve tempo, è diventato il social-network più famoso ed apprezzato. Tuttavia, la strada di Facebook è ben diversa da quella di altre società informatiche come Google. Infatti quest’ultima è nata come motore di ricerca, come servizio di utilità in Internet (affermandosi poi, successivamente, in molti altri campi). Facebook, invece, fin dall’inizio, è nato come strumento di comunicazione. Col tempo si è evidenziato che il suo utilizzo può determinare una vera e propria dipendenza. La dipendenza da social-network è molto simile a quella data dal fumo. Inoltre l’utilizzo costante di Facebook genera una sorta di inganno poiché crea una realtà virtuale, fittizia, assai diversa dalla vita vera. I social-networks in genere, sono diventati parte integrante nella vita della maggior parte dei giovani. Se si aggiungono pure lo “stile SMS”, l’eccessivo tempo di collegamento a tali siti (c’è chi ci sta anche di notte, alla guida, al gabinetto, durante i rapporti sessuali), la dipendenza che può portare ad ansia e paura nonché ad altri disturbi in caso di astinenza, la riduzione dei veri rapporti sociali e di attività fuori rete… evito di scrivere, perché non credo che sia la soluzione adeguata, ma preferirei lasciare riflettere ai lettori su che adulti e su che società ci saranno in futuro. Tutto ciò considerando che, escludendo le video-dipendenze non correlate ai social-networks, i soli iscritti a Facebook (cioè tralasciando Twitter, MySpace, eccetera…) sono circa 60 milioni e sono in rapido e continuo aumento. Tuttavia stanno prendendo campo molte perplessità relative all’utilizzo di Facebook, soprattutto legate alla protezione dei dati personali. Una notizia pubblicata su “StudioCelentano.it” di Mercoledì 26 Maggio 2010 espone i “7 motivi per scappare via da Facebook” e afferma l’istituzione del 31 Maggio come giornata dell’abbandono di Facebook. Ovviamente i sette motivi riguardano la privacy (e dopo le critiche, sono stati migliorati i sistemi di sicurezza, ma io non ho mai creduto nella privacy dei social-networks), il fatto che il proprio materiale pubblicato passi sotto i diritti di Facebook (in pratica, una foto personale non è più propria, ma i diritti di proprietà intellettuale sono trasferiti al social network), il fatto che i commenti, spesso degeneranti in pettegolezzi,  possano essere visibili a chiunque se non si attivano opzioni di privacy, il fatto che Facebook memorizza i dati sui pagamenti on-line e sulle transazioni. Ovviamente si aggiungono anche le questioni sul “mondo virtuale” e sugli “amici ingannevoli”. Per concludere, infatti, i social-networks stanno sempre di più limitando le amicizie personali e si stanno aprendo alle squallide gare dell’avere più contatti possibili. Contatti che poi, per la maggior parte dei casi, non si conoscono neppure…