Una normale mattina in una Scuola Media

       Salvatore Ganci

Un semplice rimprovero verbale da parte di una Docente nei confronti di un’alunna, di una scuola media di Ostia, ha scatenato l’ira della madre che, probabilmente avvisata al cellulare dalla figlia, ha atteso la Docente all’uscita da scuola e l’ha aggredita. L’arrivo poi dei Carabinieri, chiamati dalla Scuola, ha ulteriormente infiammato gli animi: la mamma (40 anni), aiutata da un’altra figlia (20 anni), ha insultato, minacciato e strattonato i militari rifiutando di placarsi. In caserma, dove le due donne sono state portate in stato di arresto, sono poi giunti altri due familiari: un altro figlio (18 anni) e un fratello (38 anni, pregiudicato) della madre dell’alunna rimproverata. Anche questi ultimi intervenuti, pretendendo spiegazioni sul fermo delle parenti, hanno cominciato a urlare e insultare i Carabinieri. Questa la notizia “tout court” come appare in qualche sito di stampa e fornita con poche varianti sul televideo. Gli ingredienti sono i soliti: una Scuola Media (dove non esiste di fatto selezione di merito alcuna: è “scuola dell’obbligo”), il solito studente, nel nostro caso un’allieva,  priva di educazione primaria, la sua mamma che non ha fornito educazione alcuna e la Scuola, questa volta nella figura di un Docente che viene aggredita, insultata e forse malmenata. Qui si aggiunge l’ingrediente esterno: zietto materno (leggo che è pregiudicato), sorella ventenne e un altro figlio a prendersela con i Carabinieri “impiccioni”. Mi sembra il copione di uno squallido Texas alla Chuck Norris, condito all’amatriciana per cui, tutto sommato, tanta sceneggiata e pochi “calci roteanti”. E qui sorge il mio dubbio: di fronte a fatti che anche il profano sa configurare come reati, seguirà l’incriminazione ed un processo per direttissima? Sicuramente no. La storia sarà dimenticata in attesa della prossima. Se il fatto che riflette una società economicamente in crisi ma in sovrappeso, dove gli effetti dell’eccesso di cibi proteici e di telefonini squillanti non viene perseguito subito con un processo per direttissima (che costa, lo so) seguito da una condanna effettiva, allora la Legge non tutela più il più debole e la sua applicazione resta non credibile. Purtroppo l’esempio negativo, da noi, viene da sempre dall’alto e l’unica cosa che possono fare il Docente e l’alunno miti per natura e propensi ad arricchirsi culturalmente a vicenda, è quello di contare i giorni da qui alla fine dell’anno scolastico. Dopo quarant’anni di idee chiare, mi sorge un dubbio: non sarà davvero meglio intervenire in aiuto delle scuole non statali? Prima che chiudano tutte?