Specchio…di cosa?

Giovanna Rezzoagli

I cosiddetti “Very Important Persons” rappresentano, per molti, veri e propri modelli da emulare. Nulla di nuovo o di eclatante in ciò, è un fenomeno noto e studiato da tempo. Tantissimi giovani, e purtroppo anche molte persone adulte (almeno anagraficamente), vivono emozioni di riflesso attraverso i vissuti più o meno felici dei loro modelli, provando intense sensazioni di vicaria soddisfazione o, viceversa, di vicaria frustrazione. Con tutte le conseguenze del caso. Con la maturità si impara, perlomeno è auspicabile che si impari, a costruirsi le proprie esperienze e a godere delle stesse limitando l’influenzamento ed il condizionamento dei modelli comportamentali esterni. Quando ciò non avviene o avviene parzialmente è un guaio, perché il rischio concreto di non sviluppare senso critico è alto. Se poi di questa particolare condizione, chiamiamola “parzialità ideologica”, si rende testimone un sindaco, ahinoi siamo messi male, molto, ma molto male. I fatti: alcuni giocatori dell’Inter si rendono colpevoli di superare di parecchio i limiti di velocità quando  transitano sulla strada che porta ad Appiano Gentile, vengono impietosamente beccati dall’autovelox posizionato da un corrispondente del Tg satirico “Striscia la notizia”. A ciò si aggiungono le proteste di molti residenti che , evidentemente, ben conoscevano le abitudini dei calciatori in transito. Interpellato sulla questione il primo cittadino di Appiano Gentile, Gianni Clerici, se ne esce affermando che provvederà a far intensificare i controlli “legittimi”, ma solo dopo la fine del campionato e della Champions League, per non “turbare” la tranquillità degli atleti. Con buona pace dei suoi concittadini, che si spera si ricordino degli scrupoli del loro sindaco in tempo di elezioni. Non contento delle proprie felicissime esternazioni, il sindaco tenta pietosamente di rafforzare il suo pensiero aggiungendo che i neuroni specchio dei calciatori sono molto attivi, pertanto, sempre secondo l’illuminato sindaco, gli stessi possiederebbero riflessi molto pronti al volante. A questo punto, una notizia di italica incoerente banalità, piuttosto ridicola, diventa grottesca. Cosa vuol dire “Ne riparliamo dopo il campionato”? Forse che le regole non valgono per tutti allo stesso modo? Lo so perfettamente che la mia è una domanda retorica dalla scontata risposta, ma almeno un minimo di ritegno da chi ricopre cariche istituzionali credo sarebbe doveroso. Il sindaco Clerici cita, a sproposito, i neuroni specchio. La scoperta dei neuroni specchio è dovuta a Giacomo Rizzolatti, che per primo ipotizzò l’esistenza di neuroni il cui scopo è quello di attivarsi di fronte all’osservazione di altrui comportamenti, permettendo ad un soggetto che osserva un’azione, di provare emozioni simili a quelle di chi compie l’azione. Naturalmente questa è una semplificazione estrema del fenomeno, in realtà molto complesso. Appare tuttavia evidente come l’esternazione del sindaco di Appiano sia assurda e pretestuosa. Questa notizia ha comunque il pregio di calamitare l’attenzione, forse un poco appannata, dei cittadini verso le qualità morali, etiche e, perché no, intellettive di chi ci amministra. Dopo il ministro che di dimette per una compravendita fumosa e si copre di ridicolo asserendo che se dovesse acclarare irregolarità nell’acquisto della sua casa romana: “La lascerò subito. Non posso accettare di abitare in una casa comprata da altri.”, abbiamo il sindaco che strizza l’occhiolino compiacente ai calciatori dal piede pesante non solo in campo. Mi si potrà obiettare che coloro che arrivano a coprire cariche così elevate non possono certo aver presenti i molti banali affanni quotidiani, quali rogiti notarili o attraversare strade incrociando anche le dita dei piedi oltre che quelle delle mani. Ma allora chi eleggiamo a rappresentarci? Ministri ingenui al limite della decenza? Sindaci comprensivi al limite della decenza? O questi illustri personaggi sono lo specchio della nostra società? Se così fosse, la domanda che mi pongo è: specchio, si ma…di cosa?

 

2 pensieri su “Specchio…di cosa?

  1. Gent.ma Sig.ra Rezzoagli,

    non posso non ammirare la chiarezza del messaggio contenuto nel Suo articolo. Vorrei, a proposito del limite della decenza, raccontare un episodio non noto a molti.

    Si era alla vigilia del rinnovo di importanti cariche elettive di un ateneo italiano preso a caso. Nella regione v’era stata una grave emergenza e i luminari dello stesso ateneo avevano contribuito, chi più chi meno, a dare un mano alla “risoluzione” della crisi. Qualcuno, tuttavia, non aveva bene compreso quale fossero gli ambiti di manovra (diciamo così) e la magistratura era intervenuta con provvedimenti alquanto pesanti (arresti domiciliari per non pochi e qualche interdizione dai pubblici uffici, sembrerebbe).

    Ebbene, essendo scaduti i termini dei provvedimenti cautelari, si immagina, si ritorna tutti di nuovo all’opera. Nessuna dignitosa dimissione e, anzi, candidature alle elezioni per il rinnovo delle prestigiose cariche. Cosa vuole, decenza avrebbe voluto, anche a fronte di una candidatura post-arresto, una onorevole e discreta astensione almeno da parte dell’elettorato attivo, anche per dare il tempo alla magistratura di chiarire un po’ di cose, che ancora non si capiscono fino in fondo. Ma anche per tutelare le persone incorse in qualche errore, si oserebbe pensare, da altre possibili “sviste”. E invece il tripudio!

    Ecco, mi chiedo adesso come potrei definire questa mancata occasione per dare un segnale di decenza. E se questi segnali non vengono da ambiti “scelti” (diciamo ancora così), quali quelli descritti, da dove dovrebbero arrivare?

    Cordialmente,
    I.S.

  2. Gentile Ilaria, la Sua testimonianza è emblematica di un sistema che credo diffuso in tutta Italia. Anche io potrei raccontare un episodio molto simile, non è escluso che lo faccia in un articolo ad hoc. Il protagonista un piccolo politico locale, che per due volte tentò la corsa alla poltrona di sindaco di una nota città ligure. Per due volte mancò l’obiettivo, ma, essendo il figlio di una coppia “in vista” non poteva certo rinunciare e nell’ultima tornata elettorale in questa città cosa fa il nostro eroe: si allea col suo avversario, già sindaco, ed oggi ricopre il ruolo di assessore. Il tutto alla luce del sole…grazie alla dabbenaggine di tanti, che non hanno evidentemente colto una certa contraddizione. La “reputazione”, la “tradizione”, l’appartenere ad una “famiglia per bene” (ma cosa vuol dire poi…), siamo un popolo di boccaloni che spesso si fanno intortare da chi si veste bene e si esprime con “carisma”. La serietà, l’onestà, l’educazione, e la coerenza, non contano. O meglio, non contano finchè non si sbatte il naso contro alcune “pecche” della nostra società. Ma in genere, quando il naso lo si è sbattuto bene, è tardi…Cordialmente.
    Giovanna Rezzoagli

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