Sea Park – MCM: ci sta pensando San Matteo

Aldo Bianchini

In due precedenti occasioni (il 9 marzo e 29 settembre 2009) scrivendo dei processi a carico del sindaco Vincenzo de Luca avevo prospettato l’ipotesi più che concreta di un rapido avvicinamento della “prescrizione” , uno spettro che tutti dicono di non volere e che alla fine agguantano di buon grado. Del resto il robusto collegio difensivo degli oltre cinquanta imputati eccellenti non ha mai fatto mistero circa l’incombenza di questa eventualità. Da parte loro anche i collegi giudicanti della 1^ e 2^ sezione penale del tribunale di Salerno non si adopera più di tanto per abbreviare i tempi processuali; per tutti vale l’esempio del rinvio dell’udienza del 2 marzo 2009 alla data del 21 settembre 2009, giorno della festività del patrono di Salerno San Matteo. Per questo in passato titolai “San Matteo pensaci tu” parafrasando uno storico striscione di quel fedelissimo di De Luca che alla chiusura della campagna elettorale 2006 apparve con la scritta “vicien’z mè patr a me”. San Matteo, questa volta, ci ha pensato davvero soffiando sulla voglia di tutti di rinviare i due processi a dopo il 21 settembre di quest’anno. Ma per il processo MCM la situazione, questa volta, si complica e non per De Luca. E’ probabile che alla prossima udienza del 5 ottobre 2010 non ci sarà più il magistrato Mariaconcetta Criscuolo che è in procinto di essere trasferita ad altra funzione anche se il nominativo dell’eventuale sostituto non si conosce ancora; potrebbe insorgere qualche problema di tempistica che accorcerebbe sempre di più i tempi della prescrizione. E c’è un fatto assolutamente nuovo in quanto il Comune di Salerno (contrariamente alla Regione) si è costituito parte civile nel processo conferendo al sindaco, dopo quella di imputato, anche la veste di “parte offesa”, ragion per cui i tempi del dibattimento possono sicuramente allungarsi per il diritto della parte civile di portare le proprie ragioni a difesa della pubblica amministrazione. Un lettore dopo il mio articolo del 29 settembre 2009 scrisse testualmente così: “Non sarei d’accordo sulla possibilità della prescrizione per due motivi. 1) Il dott. De Luca (e, ritengo, anche il PD) non vorrà dare adito ad ulteriori illazioni sul suo operato simili a quelle sorte in seguito alla famosa distruzione delle bobine registrate. 2) I magistrati –di cui allo stato ignoro i loro nominativi- non vorranno correre il rischio di essere, quanto meno, additati. Certamente né l’Uno né gli Altri vorranno riprodurre in salsa locale quanto “cucinato” per il Silvio Nazionale”. L’attento lettore Catone, dopo questo mio ultimo articolo, dovrà probabilmente ricredersi rapidamente. Non ho visto, sincerità per sincerità, nessuno degli attori in campo fasciarsi più di tanto la testa per l’incombente rischio di prescrizione. Del resto lo stesso De Luca dagli schermi di Telecolore, in data 15 dicembre 2008, tre giorni dopo il rinvio a giudizio per il Sea Park disposto dal Gup Anita Mele, parafrasando la famosa frase dell’ex procuratore di Milano Francesco Saverio Borrelli, dichiarò con tono arcigno: “Pazienza, pazienza, pazienza almeno fino al 2 marzo 2009 quando tutto sarà chiarito”. Da allora è già passato più di un anno e ancora nulla è stato chiarito. Forse qualcosa di nuovo potrà dircela soltanto la prescrizione, altro che storie e proclami televisivi.