Viva l’Italia!

Giovanna Rezzoagli

Con questa esclamazione ha concluso il proprio discorso il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione dell’inizio delle celebrazioni per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia. Viva l’Italia, sempre e comunque. Sempre, nonostante le divisioni socio-culturali ed economiche che persistono, comunque, nonostante le tante subdole e spesso meschine fomentazioni alla diversità. Sud, nord, centro. L’Italia divisa oggi è bandita dai discorsi ufficiali, ma in quelli ufficiosi è ben presente. Celebrando la partenza dei Mille dal celebre scoglio di Quarto, Napolitano ha invitato a riscoprire uno spirito unitario. Ha espresso un inno alla fiducia, che oggi francamente manca. Parole, tante parole. L’impressione, dopo centocinquant’anni è che L’Italia esista, certo, ma che gli Italiani siano ancora ben al di là dal divenire.

2 pensieri su “Viva l’Italia!

  1. Ritengo giusta la sua riflessione, amica Dottoressa Giovanna: l’Italia è tutta d’un pezzo, Ha un unità geografica che nessuno al mondo può contestare. Occorrerebbe, però, che tanti Italiani fossero più orgogliosi di appartenere a questa benedetta e unificata Patria . Orgoglio che dovrebbe suscitare dall’imo fondo dell’anima di tutti gli italiani , Nordisti o Suddisti che siano. Il cuore dell’Italia è a Roma che batte forte per far sentire il proprio amore per i suoi figli. Occorrerebbe che ogni italiano recepisse tale battito per sentirsi più afratellato con i propri fratelli. E chi ha di più, non lesini per aiutare chi è meno fortunato. Un sincero abbraccio.

  2. Gentilissimo Signor Alfredo, l’Italia è geograficamente unita, ma molto divisa in tanti ambiti. Non sempre coloro che dovrebbero rappresentarci e governarci si adoperano per creare vera unità, anzi. Io non seguo molto la politica, però le esternazioni leghiste mi lasciano spesso perplessa, anche se poi in genere sono solo strumentali per accalappiare l’italiano medio boccalone e credulone. Di fatto al Nord gli stranieri vivono meglio che al Sud, dove sono ancora ben radicate piaghe come quella del caporalato. Occorre riflettere sull’evidenza che l’Italia è parte dell’Europa, e noi siamo nel Sud dell’Europa…Senza dimenticare che tra circa cento anni (col beneficio del margine di errore statistico) i flussi migratori verso un’Europa sempre più vecchia, avranno modificato profondamente la popolazione. Il futuro, che piaccia o meno, punta all’integrazione, ma se non riusciamo a raggiungere l’integrazione già tra italiani, che futuro si costruisce per chi verrà dopo di noi? Grazie per le Sue sempre belle e utili riflessioni. Ricambio l’abbraccio con piacere.
    giovanna

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