Sapere o non sapere?

Giovanna Rezzoagli

Parafrasando Shakespeare, questo potrebbe essere il dilemma in cui annasperà l’uomo in un futuro ormai prossimo. Dopo la sequenzializzazione completa del D.N.A. umano si avvicina sempre più la possibilità, per ciascuno di noi, di conoscere le patologie verso le quali si è geneticamente predisposti. Per ora si sono sottoposti alla mappatura del proprio D.N.A. circa dieci persone, in ragione anche dell’alto costo dell’operazione: circa 50.000 dollari. Uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista “The Lancet” ha riportato gli esiti delle analisi eseguite sul D.N.A. del Professor Stephen Quake, quarantenne in ottime condizioni di salute, desideroso di conoscere il futuro della propria salute. Il Professor Quake ha messo a disposizione degli scienziati i risultati degli esami cui si è sottoposto. L’uomo deve ora confrontarsi con la difficile realtà di convivere con una rara mutazione genetica che potrebbe essergli fatale. In sostanza una persona ancora giovane, che gode di ottima salute, ora è consapevole di poter morire per una crisi cardiaca del tutto improvvisa. Il dubbio etico e morale che nasce insieme alle enormi potenzialità offerte dalla scienza è tutto qua: meglio sapere o non sapere? Le analisi sul D.N.A. sono ancora alla portata di pochi, ma è ampiamente ipotizzabile che ben presto, grazie ai costanti progressi scientifici, il costo di questi esami si abbasserà notevolmente rendendo di fatto possibile una diffusione su larga scala di questa nuova tipologia di diagnostica preventiva. Se è indubbiamente positivo conoscere con congruo anticipo il proprio fattore di rischio di sviluppare una determinata patologia curabile, occorre riflettere con molta serietà sulle conseguenze che possono verificarsi sulla psiche e sulla qualità della vita di una persona in ragione del sapere di poter sviluppare patologie non attualmente guaribili, nemmeno se diagnosticate molto precocemente. Un conto è vivere elaborando razionalmente l’evidenza che per ciascuno di noi il futuro rappresenta di fatto un’incognita, sia per ciò che attiene alla salute, ma anche all’aleatorietà della vita stessa, altro conto è convivere con la certezza di essere portatori sani di patologie silenti ma potenzialmente mortali. Il buon senso suggerirebbe di sottoporsi a screening solo ed esclusivamente relativi a patologie oggi guaribili, aggiornando i test in ragione dei progressi scientifici. Di fatto, il conoscere un fattore di rischio non sempre aiuta un soggetto a attuare le opportune misure comportamentali e ad effettuare gli opportuni esami di diagnostica preventiva del caso. Basti pensare al caso del tabagismo. Ormai è ampiamente dimostrato che il fumare predispone all’insorgenza di moltissime patologie, oltre al provocare una seria dipendenza sia fisica che psicologica. Eppure, nonostante ciò i fumatori sono ancora moltissimi. Sembrerebbe un comportamento privo di logica, ed in effetti è così. L’uomo non è solo logos, ed il pathos incide profondamente l’esistenza di noi tutti. Dietro le dipendenze, ogni dipendenza tabagismo compreso, si nasconde profonda insicurezza e tanto disagio.  Ovviamente possono essere infinite le sfaccettature di questi elementi, ma sostanzialmente sempre di disagio ed insicurezza si parla. L’utilizzo del tabacco, anche se legalizzato e addirittura monopolio di stato, che piaccia o non piaccia costituisce una vera e propria dipendenza i cui effetti anche devastanti si evidenziano dopo tempo. Molto spesso continuano a fumare anche persone in cui già si sono manifestati sintomi di patologie legate al tabagismo. Pertanto, il sapere non è sufficiente a motivare le persone verso comportamenti più salutari. Conoscere in anticipo la predisposizione a sviluppare una patologia dovrebbe implicare anche un corretto approccio di fronte ad evidenze potenzialmente inaspettate e dolorose da sopportare. Cercare di vivere bene il proprio presente, non dimenticando quant’esso sia prezioso, potrebbe essere l’alternativa più saggia al voler sapere ad ogni costo. La vita è un attimo infinitamente effimero.