I duellanti

Angelo Cennamo

La diatriba tra Fini e Berlusconi non accenna a placarsi, e gli spunti per far saltare la tregua immaginaria si moltiplicano. La pantomimica operazione dimissionaria di Bocchino da vice capogruppo alla camera rischia di trasformarsi nel miglior detonatore di un ordigno che, oramai, fa fatica a trattenersi dalla sua esplosione. E così tra presunte imboscate e denunce di epurazioni, i due continuano a beccarsi a distanza, lasciando ai giornali il compito di prefigurare scenari a tinte fosche per il partito e per l’esecutivo. Il dato certo è che i duellanti hanno, di fatto, monopolizzato la scena politica e il quadro che ne viene fuori è quello di un Pdl nella duplice veste di maggioranza e di sua opposizione. Chi ha in antipatia il Cavaliere vede in Fini un punto di riferimento rispettabile e credibile; l’immagine di una destra liberale e legalitaria, che sembra voler contraddire quella più populistica e carismatica di Berlusconi. Fini farebbe bene a distinguersi e a rivendicare maggiore democrazia nel partito, mentre Berlusconi dovrebbe tollerare il dissenso di chi non si riconosce nella sua linea politica. Questa è la posizione dei giornali progressisti e della sinistra radical chic che, dopo essersi illusa ed aver atteso invano lo slancio riformista del Pd, pur di assistere all’agognato declino di Berlusconi, sarebbe ora disposta ad affidarsi a leadership improbabili ed esotiche. Fini piace, più di Bersani e Di Pietro. C’è chi lo tira per la giacca, chi lo sceglie come fidato interlocutore e chi lo designa come erede della destra montanelliana. Di tutt’altro parere è il popolo elettorale del centro destra, compresi gli ex militanti e simpatizzanti di An. Basta fare un viaggio tra i blog di quell’area politica per rendersi conto del distacco consumatosi tra l’ex delfino del premier e i nemici della sinistra. Fini è visto come un traditore, un bastian contrario, ed un pericolo per la coesione della maggioranza. Come si concluderà la diatriba è ancora presto per dirlo. Ma la tensione sale di giorno in giorno, e la corda rischia di spezzarsi per davvero.

9 pensieri su “I duellanti

  1. Fini ha commesso un errore madornale nel dissolvere AN nel “Popolo della Libertà”. Diversamente da Bossi – più furbo – ha perso ogni potere contrattuale e di indirizzo dell’azione politica che, ormai, appare sempre più conseguenza delle reciproche concessioni tra Lega e Berlusconi: a fronte di aperture federalistiche, che sarebbero state indigeribili per Alleanza Nazionale, Bossi assicura il sostegno assoluto ad una caterva di leggi-porcata salvapremier. Dall’interno del PDL, Fini non riesce a svolgere il ruolo di contrappeso politico che, pure, sarebbe stato possibile senza la fusione. Il risultato è che la componente proveniente da AN rischia di perdere completamente la propria identità e, con essa, il proprio elettorato, sempre più disgustato dal “partito di plastica” che fa carta straccia dei valori che, storicamente, nel caratterizzavano la presenza. Unità nazionale, meridionalismo, legalità, stato sociale, sono stati cancellati dall’agenda politica dettata dal duo Bossi-Berlusconi e la posizione di Fini rappresenta l’estremo tentativo per sopravvivere. Gli elettori di AN, e non solo, dovrebbero essergliene grati.

  2. Lei definisce Fini uomo di DESTRA, anche se liberale e legalitario: ne è proprio sicuro ?
    Non crede che la sua collocazione, dopo le sue scelte sia in bioetica, sull’immigrazione per non parlare dell’onore( compreso il clientelismo sessuale) e della coerenza, del suo essere ateo(non pagano) e aver confessato pubblicamente di aver fumato DROGHE, quest’individuo, che ha fatto la sua fortuna politica salutando romanamente i giovani camerati uccisi, possa essere identificato e traslato in altre collocazioni politiche?
    in bocca al lupo

  3. Egregio sig. “Smart”,Fini quando ha fatto la scelta di All.Naz. era ben consapevole di quanto gli spettava, in quanto avendo abiurato a tutti i valori della DESTRA italiana ed europea e capito che Berlusconi gli fagocitava tutto il suo elettorato. Gioco forza dovette arrampicarsi sul “predellino” e questo solo per “vivere”, ancora, una legislatura di luce riflessa. Infatti il Cav. lo ha messo in “esposizione” e dopo il suo scodinzolare, ha provato ad abbaiare, ma i suoi latrati non hanno “eco”.
    in bocca al lupo

  4. E’ vero, caro Lone Wolf, che Fini – per potersi sdoganare, ha abiurato ai valori della Destra. Ma, dissolvere AN nel PDL non ha fatto altro che accelerare il processo di acquisizione dei suoi colonnelli, desiderosi come non mai di poltrone. E’ un processo reversibile? Io penso di sì. La destra italiana, quella vera, non è finita.

  5. Egregio Smart, mi permetto di ritornare su quest’argomento, perchè a me molto caro.
    1)La DESTRA, quella vera non ha bisogno di reversibilità poichè non è mai morta e non morirà mai, ESSA è perenne.
    2)Oggi la DESTRA in Italia è più viva che mai, poiché ci sono state cento tornate elettorali che l’hanno siglata, in particolar modo e questo l’ho detto altre volte, perché la maggioranza degli italiani e degli stranieri che popolano la nostra penisola sono di DESTRA. Una Destra che non fa rumore, una Destra discreta che si muove all’uniso solo quando vengono attaccati i veri VALORI fondanti dell’essere umano( vedi il referendum sulla bioetica e il mondo musulmano stesso che si sta strutturando).
    Lei ha timore della Lega Nord? …… Penso che sia una persona molto attenta e non gli può sfuggire che i Valori stessi che sta portando avanti la LEGA: dalla sana attenzione dello SPERPERO dei loro sacrifici, QUINDI NON EGOISMO (se vogliamo essere onesti fino in fondo), fino ai Valori fondanti della loro CULTURA. La difesa del Crocifisso negli enti pubblici e della religiosità sul territorio, lo studio del vernacolo, il senso stesso di PATRIA che loro danno alle proprie Comunità, l’attenzione che essi danno alle piccole e piccolissime imprese, che sono la linfa vitale di questa nostra Patria governata dai parassiti della politica(I Fini e i suoi caporali) e da grandi “industriali” parastatali.
    Per lei tutto questo non è DESTRA?

    Un Fini…to qualsiasi, non potrà e NON DOVRA’, mai più riprendere in pugno il vessillo della DESTRA, quella vera, unica, Sociale, Sussidiaria, Solidale e Tradizionale…..neanche se si travestisse da “marziano.
    Primo Carbone
    in bocca al lupo

  6. Sinceramente, neanche sforzandomi riesco a intravedere nella Lega Nord qualcosa di lontanamente simile alla Destra sociale italiana. Sono molte le differenze e quella che la Lega chiama “Patria”, ovvro la Padania, non è mai esistita. Gli altri aspetti, dal Crocefisso, alla patetica difesa dei dialetti, alla dilagante xenofobia e, per finire, al federalismo fiscale interpretano i sentimenti diffusi di una classe egoista e un po’ cialtrona, stanca di tirarsi dietro un Sud assistito e i suoi parassiti politici.

  7. La sinistra, con l’indulto, con la poca coesione (tutta “europea”), con visioni energetiche un po’ utopistiche non convince più (nonostante quel simpaticone di Bersani, concreto emiliano doc). Un presidente del Consiglio che si atteggia a piccolo dittatore e fa sbolognare da Angelino Alfano tutto quello che gli serve per non andare sotto processo (persino i bambini piccoli ci arrivano) diventa sempre più indigesto anche ai “suoi”. La Lega (razzista, antimeridionalista con sue buone ragioni) con le contraddizioni grottesche come crocifissi e dialetti, propone (così sembra a me, uomo non politico) che le tasse pagate da una regione restino semplicemente in regione perché “laurà el fiaca” e “accà, nisciuno è fesso…”. E’ costituzionalmente “giusto” che un sussidio alla disoccupazione durasse sei mesi nel nord e dodici nel sud? Allora, ne deduco che ci sono due Italie: una che produce e una che invoca sempre la presenza dello Stato. Nella fauna dei nostri politici, indipendentemente dal “colore” vedo ben poche persone “serie”. Se passa il “federalismo fiscale” la sanità del nord ne avrà un salto di qualità e quella del sud, ben che vada, rimarrà quella che è. Anche qui una osservazione: il sud ha bisogno di chirurgia e non farmaci da banco.
    Cordialità a tutti.
    Salvatore Ganci

  8. Una visione ideologica della politica è la parte negativa della Lega Nord, come negativo è il vostro ostracismo verso quanto di buono c’è in quella comunità politica.
    Io uomo del SUD, parlo di Comunità come parlo di Patrie. Le Patrie locali che non sono localismi ideologici ed egoisti, ma sono la ricchezza delle “terre che le auspicano: Culture locali,vernacoli, costumi, usi, religiosità.
    Secondo me chi nega questo, (forse sono un presuntuoso) è solo un “giacobino” che tende ad escludere chi non la pensa come lui. Questo secondo me, è la vera faccia del cosiddetto liberalismo, è xenofobia è razzismo.
    L’uomo di Destra, non il Fascista(c’è stato anche un fascismo di DESTRA, che è stata la parte migliore del ventennio Mussoliniano) va verso Le Tradizione Locali, con un risveglio delle culture , quelle che nel grande periodo dell’ERA di MEZZO(con tutta la sua socialità), ha fatto grande l’Europa intera.
    Senza l’Era di Mezzo, non ci sarebbe mai stato un RINASCIMENTO.
    in bocca al lupo

  9. L’on. Fini (al pari della signora Lario) avrebbe semplicemente dovuto esternare il proprio dissenso – senza utilizzare i giornali- a Berlusconi. Le sue reazioni, peraltro, erano a mio avviso più che prevedibili.
    Resto pienamente d’accordo con quanto si legge nell’articolo “I DUELLANTI” di Cennamo.
    Saluti a tutti.

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