Ha perso Fini

Angelo Cennamo

Il dado è tratto. Il regolamento di conti tra Fini e Berlusconi alla fine è arrivato per davvero, e il verdetto finale non si presta ad interpretazioni : Fini è fuori dal Pdl. Lo è sempre stato, e chi ha continuato a definirlo cofondatore del partito di Berlusconi si sbagliava. Lo spettacolo pirotecnico, in diretta tv, ha mostrato in tutta la loro evidenza le ragioni di una riconciliazione impossibile tra i due protagonisti della stagione bipolare della destra italiana. Diciamo la verità : Fini, fin dall’inizio, ha mal digerito l’idea del partito unitario lanciata da Berlusconi quella sera  di novembre  a piazza San Babila. Avrebbe preferito tenersi la fiamma di An e con essa la leadership della destra post-almirantiana. L’alleanza con Forza Italia gli avrebbe garantito un maggiore potere negoziale all’interno della coalizione; Fini poteva rapportarsi alla pari con Berlusconi ed i suoi forzisti e partecipare più attivamente alle scelte politiche del centro destra. Quando il premier salì sul predellino per annunciare la nascita di un nuovo partito, il presidente della camera rimase spiazzato e commentò l’iniziativa con le seguenti parole : “Siamo alle comiche finali”. Si illudeva evidentemente di avere ancora in pugno il suo gruppo e quel potere negoziale che gli aveva consentito, fino ad allora, di condizionare l’operato della coalizione. Ma si sbagliava. Ha dovuto allora adeguarsi allo sviluppo degli eventi e far confluire An, ob torto collo, nel contenitore unico di Berlusconi e del suo popolo, che chiedeva a gran voce maggiore semplificazione e decisionismo. Da quel momento Fini è rimasto senza partito. Non ha avuto più An con i suoi colonnelli, e neppure la forza di contrastare con i ripetuti strappi progressisti e dissenzienti la vasta platea conservatrice dei berlusconiani. Il redde rationem con il premier ha messo a nudo i limiti e le debolezze della sua vana aspirazione, quella di succedere prima del tempo al presidente del consiglio, che lui giudicava cotto già alla vigilia delle politiche del 2006, vinte da Prodi solo per una manciata di voti. Generazione Italia, e prima ancora Fare Futuro, dovevano rappresentare le piattaforme politiche e culturali dalle quali sarebbe dovuta partire la scalata al vertice del partito, e l’eventuale sconfitta del Pdl alle regionali l’agognato sorpasso ad un leader in declino. Il piano messo a punto da Fini era ben congegnato, l’ultima spiaggia per ricostruire intorno a sè il potere incontrastato della stagione aennina, ma quel progetto si è sbriciolato contro il muro del consenso, quello che Berlusconi non ha mai perso.      

 

6 pensieri su “Ha perso Fini

  1. Che Fini abbia perso, mi sa che è una sua libera interpretazione…per quando mi risulta e come la vedo io e non solo, Fini ha aperto un’autostrada per la democrazia nel Pdl. Ma comunque sia le mie, che le sue al momento sono solo “chiacchiere”, fra qualche mese…uno dei due avrà avuto ragione…
    Saluti!

  2. Che la politica sia un continuo divenire e che contrasti apparentemente insanabili possano col tempo risolversi è fuori da ogni dubbio; basti vedere cosa accadde tra Berlusconi e Bossi nel 1995. Sul fatto che Fini abbia aperto una autostrada per la democrazia nel Pdl non ne sarei tanto sicuro. La democrazia nel Pdl c’è sempre stata. Contrastare quotidianamente la leadership di Berlusconi con dichiarazioni ed interventi che non si addicono ad un potere neutro come quello del presidente della camera a poco a che vedere con la democrazia.

    AC

  3. Dopo la trasmissione su Rai 2° con Paragone, finalmente è andato in onda la verità.
    Gli ascari del fini…to nazionale , vestono a pennello la casacca che gli ha cucita gianfran…cazzo. Tutti antifascisti e anti squadristi….e giù “botte” da orbi a chi chiede spiegazioni(l’on. Lupi stava chiedendo il perchè di quelle decisioni).
    Purtroppo il cav. non ha le pa..lle per mandare ramengo questi mercenari della politica
    Gente che non ha mai lavorato e guadagnano fior di milioni, innestando le loro radici nel sangue dei giovani morti ammazzati, solo qualche tempo fa.
    Si vede già all’orizzonte la schiarita.
    Il Fini..to non è un uomo di DESTRA e non potrà mai più rappresentare quel mondo anche se, questa volta, si travestisse da marziano.
    Sarebbe giusto concludere con l’affermazione di Polito, direttore de “il Riformnista” : ” il prossimo leader del PD….??? sarà Gianfranco Fini”.
    in bocca al lupo

  4. In questi giorni, tra le tante cose, abbiamo tutti ascoltato che Fini, per continuare a fare politica attiva, dovrebbe dimettersi da Presidente della Camera, come anch’io ritengo costituzionalmente corretto.
    Se invece, come ho inteso, non volesse dimettersi (e continuare ad esternare soggettive interpretazioni politiche), potrebbe essere sufficiente che i deputati che non sono d’accordo sulla doppia valenza dell’on Fini si allontanassero dall’Aula ogni qualvolta che a presiedere fosse proprio il Presidente.
    E ciò fintanto che operasse la sua scelta: o dentro o fuori !!

  5. A Catone (il Censore?). Certo che Fini è una bella spina nel fianco del Cav e una bella (o brutta, a seconda delle posizioni)serpe in seno al Popolo della Libertà (di obbedire al Cav). Quanto a dire chi ha vinto o chi ha perso, io sarei cauto: lo sfregio al carisma del Capo è stato perpetrato in diretta TV, ed è uno sfregio difficilmente camuffabile o eludibile. E’ curioso che si appelli oggi alla correttezza costituzionale chi fino a ieri la considerava lettera morta, superata nei fatti e quindi solo pretesto per una vuota e stantia retorica istituzionale. D’altra parte non si è berlusconiani per niente: l’interesso privato e proprietario val bene l’uso strumentale delle “obsolete” istituzioni della “superata” prima Repubblica. Ma lo sfregio resta, ed è più doloroso di quello fisico subito in Piazza Duomo, poco prima di Natale; ma soprattutto è di natura squisitamente (anche se di squisito c’è ben poco in questi tempi)politica. E Fini è o non è un “politico di professione”? Quindi perché stupirsi o indignarsi se esercita il suo mestiere? Ridicola quindi l’ingiunzione “o dentro o fuori”: non si è ancora compreso che nell’arena politica attuale ognuno usa i mezzi che ha a disposizione? E si badi, non ho certo simpatia per Gianfranco Fini, ma scandalizzarsi per il fatto che mette in opera una sua strategia di contrasto al dilagare della Lega mi sembra quantomeno puerile (sempre che ci sia la buona fede).

  6. Non ci sarebbe stato affatto da stupirsi se l’onorevole Fini non fosse stato anche Presidente della Camera. Non sono un politico, ma credo che un presidente della Camera non dovrebbe concedere troppo spazio ad equivoci e distrazioni che riguardano il governo. Come si dice: ( Ogni uno deve fare il proprio mestiere). Quindi, a parer mio, sarebbe stato meglio se l’Onorevole Fini avrebbe prima chiesto le dimissioni dalla carica di Presidente della camera, e poi, a mani libere, incalzare il governo di portare avanti le dovute leggi di miglioramento del nostro caro Paese.Ora, penso, oltre ad aver creato un po’ di dilemma nel cuore dei suoi affezionatissimi elettori, si troverà anch’egli a risolvere il difficile Rebus che ne è venuto fuori. Sono di destra e mi dispiace che si sia creato un problema nell’ambito della stessa maggioranza.
    Per il bene dell’Italia, speroche tutto si risolva nel miglior modo possibile. Viva l’Italia.

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