Vita di Missione: passaggio del fiume

 Padre Oliviero Ferro

Non essendo Mosè,né un esperto di passaggio di fiumi o mari,ho dovuto fare di necessità virtù. Per andare al centro della Diocesi(Uvira): 80km  e 8 ore di viaggio, bisognava passare attraverso un fiume. Ora hanno finalmente costruito un grande ponte(opera di ingegneria italiana). Ma quando ero là,ancora non c’era e bisognava attraversare il fiume Sandja. Per fortuna la Land Rover era a benzina e quindi c’erano meno rischi che si spegnesse. Arriviamo al fiume e piano piano entriamo,cercando di non farci trascinare dalla corrente. L’acqua lentamente sale fino ai finestrini. Insomma sembrava di essere in barca. Teniamo sempre il piede sull’acceleratore,pregando tutti i santi,san Cristoforo compreso. Bisognava arrivare dall’altra parte. La corrente ci spingeva verso il lago. Cerchiamo di stare calmi e concentrati. Arriviamo,non si sa come,dall’altra parte. Un’ultima accelerata e si “sbarca” sull’altra sponda. Quanta paura. Un po’ di riposo,soprattutto per il cuore dell’autista. Il fiume era largo,in quel punto,almeno duecento metri. Di solito,c’è qualcuno,dal vicino ospedale protestante, che fa da buon samaritano. Questa volta san Cristoforo e i suoi collaboratori ci hanno aiutato. Lui aveva portato Gesù sulle spalle. Poteva portare anche noi missionari,land rover compresa. Esperienze,avventure. Chi più ne ha,più ne metta. Provare per credere. E non ci siamo presi neanche un raffreddore…