Iphone… partenopeo!

di Rita Occidente Lupo

E Napoli, non cessa mai di superarsi per inventiva. Sempre al passo coi tempi in ogni campo. Quando il codice della strada, impose l’obbligo della cintura di sicurezza, le tshirt bianche, con la banda nera verticale, andarono a ruba. Ed ora, che l’iPhone ed iPod stanno imponendosi sul mercato, il loro linguaggio…partenopeo! «Mazze e panelle fann ’e figli bell»: Ueuè, la prima applicazione per iPhone e iPod Touch completamente in dialetto partenopeo. Detti, proverbi, modi di dire, ma anche musica e ritmi del sud a portata d’indice. Dopo il navigatore ed altre musiche tutte strizzate di dialetto napoletano, il telefonino amico che s’adegua all’ambiente con lo squillante Pulcinella. Accompagnato da mandolini, tammorre e castagnette, detti della saggezza popolare napoletana a tutta voce, «O’ cane mozzeca semp’ o stracciato», «Dicette ’o pappice ’faccia a’ noce: damme tiempe ca te spertoso» ,«’O purpo s’adda cocere cu’ l’acqua soja» e persino, «Figlio ’e ’ntrocchia». Insomma, un karaoke partenopeo, per rendere più vivo il contatto freddo con l’informatica mediatica.  Ad un modico costo, con una semplice mossa del braccio, l’iPhone potrà sciorinare aforismi e perle di saggezza partenopea generosamente, grazie al suo 1,5 mg.  Ma Napoli, canta sempre. Per i meno avvezzi ai nuovi strumenti recettivi, non mancano i suggerimenti: vecchi cd, con tanto di video, tranquillamente visitabili dal divano della propria dimora, tra la pila di compact disk. 
 

 

Un pensiero su “Iphone… partenopeo!

  1. Allora , “facimmece ‘na resata e parlamme ‘e cose allere:- Ma quante costa ‘nu tavuto?”
    Certo, la lingua napoletana è un miscuglio di parole spassose. Per me il linguaggio napoletano si avvicina moltissimo alla poesia e alla gioia di viveve. Chi non frequenta spesso Napoli non può capire dove nasce l’arte del sopravvivere ,offrendo sempre la disinvolta armonia del “tirare a campare felicemente” anche se qualcuno, ” nu’ tene manche ll’occhie pe’ chiagnere”. A Napoli si può vivere con gioia infinita senza neppure preoccuparsi del domani.
    ” dimane, quann’esce ‘o Sole sarrà n’ata jurnata, e penzamm’a campà”.
    Mi è capitato proprio ieri di avermi dovuto recare a Napoli per acquisti. Salendo in un tram , ho notato il controllore che richiedeva il biglietto a tutti. Ha domandato alla prima persona che era avanti se aveva il biglietto. Era una donna e ha ribattuto:
    “ma i’ aggia scennere ‘ fermate appriesse!…” A questo punto il controllore ha incominciato a sbraitare: “Nè, chi hadda scènnere cchiù ‘a fermata appriesso? Biglietti, signori…” Come si fa a non ridere difronte a tali spassose scenette naturali? Napoli è una Poesia! Complimenti sempre, dottoressa Lupo

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