Tragedia Rom, ancora senza risposte!

di Rita Occidente Lupo

Gli zingarelli. Qualcuno li appella rom, mentre qualche altro lascia loro lo strascico in centesimi, del caffè al bar come mancia. Dediti all’accattonaggio ed alla strada. Sfruttati e venduti. O ridotti in schiavitù. La tragedia che ha colpito il campo nomade di Milano, uno dei 12 della metropoli, fa comprendere come ai margini del capitalismo industriale, si muova ancora la miseria spesso braccata dalla stessa famiglia. Che se ne fa scudo, in caso di necessità. O l’utilizza, al miglior offerente. L’incendio ha lambito senza pietà le baracche, sottraendo alla vita un minore. Il freddo pungente, dell’ultima coda invernale, insieme alla miseria, che ancora lascia per strada senza soldi. Già lo scorso anno, anche in Capitale, il sindaco Alemanno aveva licenziato le comunità rom, ingiungendone lo sgombero. A Milano, probabilmente sarà sfuggita di mano al sindaco Moratti tale situazione , giacchè solo in determinate circostanze annue, vengono salutati clochards ed indigenti con pranzi di beneficenza. Ma quello dei rom, un mondo a parte. La loro storia, come la loro vita, nasce e muore senza lancette orarie. Inclini a vivere con scarse regole igieniche ed in ampi spazi, per i nomadi il cielo è l’unico habitat fisso. Eppure, tra le guglie della Madonnina e le dolcezze dei panettoni, un’alternativa decorosa si dovrà pur trovare. Probabilmente solo ora, ci si renderà conto di tale problema! Deve scapparci per forza il morto, per ottenere qualcosa per i più deboli!