Lancusi: un anziano ciclista racconta…
Anna Maria Noia
Luigi Novara è un arzillo e simpatico “vecchietto”, un “giovanotto” di 75 anni, residente a Lancusi di Fisciano, in via Fratelli Napoli. La sua umile dimora, a cui spesso sostituisce la bottega di un barbiere di Penta, è ricca di cimeli e pregna di ricordi: egli è stato ed è ancora – infatti – un grande cultore del ciclismo, un mondo che ha sempre vissuto da bambino sia in qualità di organizzatore che di competitore. Nella sua lunga ed anche sofferta storia, personale e sportiva, ma soprattutto nei suoi ricordi di veemente ciclista e organizzatore di eventi a livello nazionale, egli ne ha viste tante ma è sempre riuscito a cavarsela uscendo a testa alta da innumerevoli difficoltà. Fin da piccolo questa passione per le due ruote, dunque.Il Nostro ha raccolto nella sua “casa-museo” molti trofei e conseguito vittorie nell’ambito di gare dilettantistiche ed amatoriali; il riconoscimento più bello che abbia mai conseguito Novara, per sua volontà, è stato regalato al circolo “L’incontro” di Penta (Fisciano), nell’ambito di una festa ad hoc il 18 marzo alle 19. Fondatori del propositivo sodalizio, attivo da anni sul territorio, sono i fratelli Celentano (Carmine e soprattutto Enrico), umili e professionisti. Per tale importante occasione, abbiamo rivolto a Luigi Novara alcune domande inerenti la sua “carriera” di ciclista e abbiamo così scoperto un vero e proprio vulcano di energia e pathos per la bicicletta. Ecco di seguito, per la cronaca, le nostre curiosità e le risposte dell’anziano “tifoso” della bici. Perché lei vuole regalare questo vostro trofeo – il più bello – proprio al circolo “L’incontro” di Penta? “Per la mia amicizia, per la simpatia e l’affetto che nutro nei confronti dell’avvocato Enrico Celentano, presidente del circolo. Il trofeo raffigura una gara ciclistica: la medaglia d’oro nella competizione dilettantistica “Amalio Pisano”, in Antessano di Baronissi il 16 maggio ’93 – come asserisce l’anziano, il “commendatore del ciclismo” (così lo definiscono…) Luigi Novara. “Il premio – ricorda Novara – rappresenta per me un motivo di orgoglio e un’emozione grande per l’aver posto in essere tante competizioni con grandi sacrifici.”“Ho cominciato a organizzare manifestazioni ciclistiche dall’età di 25 anni – ricorda ancora – non soltanto nella Valle dell’Irno, dove risiedevo, ma anche nel Vallo di Diano. Ho organizzato trofei fino all’anno 2000 (25 maggio)”. “Dopo di me – afferma l’interlocutore – nessuno più di queste zone (Valle dell’Irno, Agro- Nocerino- Sarnese, Vallo di Diano) ha voluto ricreare tali momenti sportivi, tali agoni, che oltretutto, tengo a sottolinearlo, richiamavano campioni e pubblico da tutta Italia: Basilicata, Lazio.” “Tra le gare che ho messo in piedi, sempre con energia e avendo a che fare con la burocrazia, con le tante autorizzazioni e le diverse modalità di organizzazione – esprime il Nostro – ricordo con piacere la gara di S. Maria delle Grazie (medaglia d’oro) a Capriglia di Pellezzano, la cui realizzazione è stata dovuta all’amicizia stretta con i residenti di Capriglia; rammento inoltre due circuiti a Lancusi; una gara su strada sempre a Lancusi; altre due competizioni a Penta, come nel 1996, e altre.” Quale è stata, in pillole, la sua storia e/o quella del vostro trofeo più importante? “Ho fatto tanti sacrifici per coltivare questo mio sogno, il sogno di sempre: il ciclismo, sempre nella mia vita. Questo lo hanno capito e anche “sopportato” coloro che mi sono vicini, che vivono attorno a me: la mia famiglia. Possiedo numerosi diplomi, attestati, targhe, pergamene, medaglie, che testimoniano il mio impegno di “patron” del ciclismo, un impegno vissuto in prima persona, e con tutte le difficoltà e le responsabilità che comporta l’organizzazione delle manifestazioni sportive.” Perché lei ha amato e ama ancora lo sport e in particolare il ciclismo? “Amo il ciclismo per una tradizione di famiglia: a tal proposito conservo ancora la foto di mio padre assieme al celebre campione Gino Bartali, da me preferito a Coppi; anch’io ho avuto modo di conoscerlo.” “Di Bartali – prosegue l’anziano narratore, fonte orale preziosa e inconsueta – ho ricordi positivi: gli ho perfino rivolto la parola una volta a Salerno, durante un’edizione del Giro di Italia. Era il 1967 e sono apparso anche in tv.”Quali ricordi possiede delle occasioni sportive da lei create e delle gare che lei – a detta di coloro che la conoscono nel paese – organizzava con entusiasmo e fervore? “I ricordi più suggestivi – esprime Luigi Novara – riguardano la mia amicizia secolare con tanti qualificati campioni o con ciclisti dilettanti che mi salutano ancora oggi con affetto e riconoscenza, per tutto ciò che con amore ho potuto realizzare o ho trasmesso.”“I miei amici di sempre rimpiangono i trofei che io allestivo e altri momenti di vita, oggigiorno invece non viene più attuato un evento, sportivo o non, che sia di una qualche rilevanza.” “Oltretutto io sono stato fautore di attività ludiche e sportive per disabili (a Salerno), con lo slogan noi corriamo per voi”. Quali aneddoti, quali amarcord e reminescenze simpatiche o particolari nel corso della sua prestigiosa carriera? “Ho molti ricordi delle persone che mi sono state vicine e mi hanno apprezzato e incoraggiato con festosità nel coltivare il mio hobby, cui dedicavo tutte le mie attenzioni dopo aver lavorato duramente per una giornata intera nel campo dell’edilizia.” “Tra gli amarcord – prosegue Novara – penso a Bartali quando svolgeva servizio come partigiano.” Cosa ama di più del suo paese? “Amo la gente, schietta, sincera, ricca di amicizia; persone del paese che mi portano rispetto e che mi reputano degno della loro stima – conclude il simpatico ciclista fiscianese.