Fisciano: Università, convegno "San Marco a Rota"

L’Università di Salerno – Dipartimento di Latinità e Medioevo e Laboratorio di Archeologia Medievale “N.Cilento” – ha organizzato, per il giorno 24 febbraio, con inizio alle ore 10,00 presso l’aula 5 della Facoltà di Lettere, un importante convegno dedicato al seguente tema: “S.Marco a Rota. Prospettive per lo studio di una pieve altomedievale”. Ricco e qualificato il parterre dei relatori. Dopo i saluti introduttivi del Magnifico Rettore, Prof.Raimondo Pasquino, interverranno: Luca Cerchiai (Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia), Paolo Peduto (“Prospettive della ricerca”), Chiara Lambert (“La plebs Sancte Marie”), Angela Corolla (“La stratigrafia del sito”), Rosa Fiorillo (“Il sepolcreto”), Alfredo M.Santoro (“Le monete e i metalli”), Gianluca Santangelo (“Le strutture romane”), don Crescenzo Aliberti, parroco, Antonio Braca (Soprintendenza BAPPSAE di Salerno ed Avellino), Giuseppe Rescigno (Responsabile del “Lea”, Laboratorio di educazione ambientale, di Mercato S.Severino) e Giovanni Villani (Soprintendenza BAPPSAE di Salerno ed Avellino). Le conclusioni saranno tenute da Giovanni Romano, Sindaco di Mercato S.Severino e da Maria Luisa Nava, Soprintendente per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta.In età romana, il territorio dell’attuale Mercato S.Severino, era intensamente sfruttato, attraverso un sistema di ville rustiche in uso fino al IV secolo d.C. Posta alla convergenza di una rete di strade che collegava l’entroterra, “Rota” deriverebbe il proprio toponimo dal pedaggio (rotaticum) che vi veniva riscosso.Con la conquista longobarda, l’actus rotensis assunse grande rilevanza militare come gastaldato di confine con il Ducato Bizantino di Napoli. La sua sede potrebbe essere identificata in Curteri, attuale frazione del Comune di Mercato S.Severino, dove sorge la Chiesa di S.Maria a Rota, oggi S.Marco, attestata dall’anno 803.Della struttura altomedievale e medievale – fortemente degradata – restano i soli muri perimetrali di un’ala a navata unica e abside semicircolare, nel cui catino si conservano due cicli di affreschi.L’importanza del sito di S.Marco a Rota – precisa il sindaco Giovanni Romano – è largamente conosciuta grazie alle attività scientifiche del professore Paolo Peduto le cui prime attività di scavo archeologico risalgono agli anni Ottanta. Già nel 1985, un primo sondaggio mise in luce fasi di frequentazione di epoca tardoantica e altomedievale, accertando che, l’attuale impianto della Chiesa, fu fondato su strati di distruzione della tarda età imperiale. I saggi preliminari del 2008 e la campagna di scavo del 2009, condotti dal professor Peduto Ordinario di Archeologia Medievale dell’Università di Salerno, hanno riguardato una superficie di 100 mq. Circa, posta a 30 metri ovest dall’aula. Nell’area indagata, sono state rinvenute strutture murarie di età romana, riferibili ad un impianto di natura ancora da accertare, poi abbandonate e successivamente interessate da sepolture di età tardoantica-altomedievale. E’ evidente che l’attività di indagine scientifica di S.Marco a Rota si lega con l’intervento di restauro conservativo del Parco Archeologico del Castello dei Sanseverino. I due siti costituiscono un importantissimo sistema archeologico in grado di stimolare l’interesse degli studiosi e di fungere da attrattore per quelle frequentazioni di visitatori proprie del turismo culturale sulle quali l’Amministrazione sta investendo risorse ed energie da oltre 15 anni.”.