Dall’antichita’ ai tempi moderni: la politica del corpo

Maurizio Manzo

Assume un ruolo importante, nel rapporto tra i sessi, il modo in cui immaginiamo il corpo umano, che va in diretta correlazione col modo in cui immaginiamo il mondo. Ciò ha un impatto diretto sul modo in cui percepiamo noi stessi in rapporto ad entrambi. Di questo argomento molti si sono cimentati: Kate Miller con “La Politica del sesso”, Adrienne Rich con “Nato di donna”, Carter Heyward con “Touching our strength”. Il modo in cui, il sesso, il potere, l’amore, vengono concettualizzati, in un dato tempo e luogo, non può essere compreso e tantomeno mutato, se non si comprende anche e non si cambia, il modo in cui immaginiamo il nostro corpo, sia uomini che donne. Infatti il modo in cui consideriamo il nostro corpo, quel che facciamo col nostro corpo, chi ha il potere di decidere su entrambe le cose, sono fatti intensamente politici. In effetti nell’attuale lotta tra il modello della dominanza e quello del partenariato, il modo in cui immaginiamo le relazioni tra i corpi, le relazioni tra noi stessi ed il nostro corpo,sono particolarmente importanti. All’inizio apprendiamo inconsciamente il modo in cui il nostro corpo deve, presumibilmente, correlarsi in tutte le relazioni, sia nel pubblico che nel privato. Se in principio, nelle relazioni genitore figlio, e poi nei rapporti sessuali, siamo condizionati ad accettare come normali predominio e sottomissione, questi modelli in seguito ed inconsciamente influenzeranno tutte le nostre relazioni. Ecco perché la riconsiderazione del corpo femminile che da simbolo di potere sessuale e spirituale, nello scorrere del tempo, è diventato oggetto sotto il controllo degli uomini. Da ciò il predominio degli uomini sul corpo delle donne, assurgendo a loro controllori e sfruttatori, questo indusse,gradualmente, le donne ad immaginare il proprio corpo dall’ottica dell’uomo, al punto tale che se l’immagine del corpo, da popolazione a popolazione e da cultura a cultura, variava la donna adeguava il suo corpo a tale modello. In questo ordine sociale le donne hanno imparato a controllare il proprio corpo per adattarlo alle esigenze ed ai gusti maschili, insegnando ciò anche alle proprie figlie. Tuttavia anche gli uomini furono influenzati da questa visione strumentale che, nell’ottica della dominanza, lo voleva muscoloso, robusto corazzato, a modello del guerriero dell’epica greca. Purtroppo è da constatare che con questa eredità, ancor oggi ci scontriamo, come provano: i disturbi dell’alimentazione (anoressia, abulimia); i tentativi coatti delle donne di rimodellare il proprio corpo, anche a rischio della vita (chirurgia estetica). Seppur nell’ottica moderna l’uso del corpo femminile sta assumendo l’aspetto valoriale di strumento di offesa e non di adattamento ai canoni ereditati, così ingenerando una controtendenza di dominanza, la quale sta creando più danni alla donna che vantaggi, tant’è vero che il maschio per reazione sta alzando un muro di cinta ed all’interno delle sue mura si ritrova anche chi gli offre modelli corporali similari alla donna.