Regionali: de Cristofaro, SEL "Scuola pubblica, non classista!"

“Contro la scuola delle percentuali e dei tetti, massima di presenze, che oggi si riferiscono a bambini ed adolescenti extracomunitari- afferma Lucia de Cristofaro, candidata alle regionali per Sinistra Ecologia Libertà- ma che domani possono colpire i diversamente abili, con classi differenziate, gli alunni con un profitto basso, con classi divise per classi sociali, gli alunni di religione diversa. La gravità di certe proposte sta nell’idea di fondo che le stesse sottintendono: creare una scuola classista; invece occorre realizzare progetti adeguati all’insegna del: “Non uno di meno” contro la dispersione scolastica, offerta di servizi per l’istruzione di extracomunitari e rom (se lo Stato crea i tetti che la Regione crei un servizio d’istruzione per tutti), offerta di servizio extrascolastico a sostegno dei bambini  svantaggiati  socialmente per un supporto educativo e dei bambini diversamente abili. Occorre sostenere la famiglia, la rete sociale, educativa e formativa, il mondo dell’associazionismo, i ruoli educativi  di genitori, docenti, responsabili di attività sportive, culturali, artistiche in grado di coinvolgere i giovani. E garantire pari opportunità fra i generi, la  cittadinanza attiva, la conoscenza degli strumenti tecnologici ed informatici; la formazione dell’uomo e del cittadino; l’educazione ambientale e culturale nei minori. Favorire sempre l’incontro tra la scuola e il territorio investendo sul binomio formazione-lavoro.Puntando sulla centralità della scuola pubblica”.

 

2 pensieri su “Regionali: de Cristofaro, SEL "Scuola pubblica, non classista!"

  1. Gentile Autrice, partiamo da ciò che è e non da quello che lei profetizza, a meno che lei non conclami di avere doti di preveggenza. Il Ministro ha stabilito un “tetto” alla presenza di cittadini extracomunitari perché, evidentemente, la didattica ne risente negativamente, sia per la classe dove vorremmo che (anche) i nostri figli imparassero qualcosa, sia per gli stessi bambini che, non conoscendo il mezzo di comunicazione “formale” (la comunicazione linguistica) richiedono un supporto particolare. Le sue profezie catastrofiche, appaiono non basate su dati reali ma dettate da una segreteria di partito. Ma le dirò, andando sicuramente controcorrente, che in una Italia dove in tanti sono sui tetti a protestare un po’ di “diritto al lavoro”, personalmente trovo che un risparmio sulla spesa nel Terziario accomunando in una sola classe lo stesso problema comune è più razionale che frammentare il problema in più classi. Ma noi abbiamo timore di essere tacciati di “discriminatori”, “razzisti” e “fascisti”. Le sue parole, negli anni ’70 avrebbero riscosso l’applauso di tutta la platea, mentre oggi, presa coscienza che l’Italia ha problemi ben più reali e concreti, non ricevono sicuramente l’applauso di chi si vede buttato sulla strada senza un lavoro. Il nostro ministro ha scelto, da politico, quello che vede come il minore dei mali. Pensando spesso all’articolo 1 della nostra Costituzione le domando provocatoriamente se i ROM, sono esempio di una società fondata sul lavoro (che manca sempre di più). Di fronte a questo problema la sua scuola del “non uno di meno” vada ad illustrarla a chi è rimasto senza lavoro. Soprattutto dovrebbe illustrare operativamente, come lei metterebbe in atto le sue “belle parole”.

  2. Gentile Lucia, occorrono tante cose, ad enunciarle siamo tutti daccordo, purtroppo per amministrare bisogna scegliere e… scontentare qualcuno.
    Serve oggettività e concretezza, sono daccordo con Salvatore.
    Più ore scuola, più “progetti”, poi, non producono più formazione, anzi, spesso, allontanano i giovani dalla cultura perché non permettono libere riflessioni autonome. Credo che la scuola debba farsi carico, soprattutto, della formazione,nell’ambito della quale sono sono da inserite le problematiche sociali. Agendo al contrario, spesso, per difficoltà e vastità di azioni da realizzare, ci si accontenta solo dell’addestramento.

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