Il Vangelo della Domenica commentato – Abbazia Della Scala

 “Beati i poveri. Guai a voi, ricchi.” Lc 6,17.20-26

In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne.  Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».  “Parola del Signore” “Lode a Te, o Cristo”

Padre  Antonio  Cassano

Gesù, dopo aver chiamato a sé Simone, Giacomo e Giovanni, si fa accompagnare nella missione da altri uomini, fino ad arrivare al numero di dodici. Si ferma in un luogo pianeggiante, dove c’è una grande folla di suoi discepoli oltre a una grande moltitudine di gente di varia provenienza, e parla ai suoi discepoli. È interessante notare alcune particolarità di questa introduzione che Luca fa al discorso di Gesù. Sono presenti tre gruppi. Il primo è quello dei Dodici, il secondo è quello della gran folla di suoi discepoli, il terzo è quello della gran moltitudine di gente di diversa provenienza. I tre gruppi sono tutti e tre in ascolto delle parole di Gesù, poiché egli diceva, ma non è questo che Luca vuole mettere in evidenza; cosa allora? Riguardo al gruppo dei suoi discepoli, Luca mette in risalto che Gesù esplicitamente si rivolge ad esso nel suo insegnamento: alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva… Al gruppo della gran moltitudine di gente, Luca mette in evidenza la provenienza, ossia da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, ossia, sono presenti ebrei e pagani. Infine il gruppo dei Dodici, con la lettera maiuscola, perché costituiscono un gruppo di uomini scelti, quello degli apostoli, cioè coloro che saranno inviati. Cosa ci vuol dire Luca? Che ad ascoltare Gesù c’è gente di ogni genere, che alcuni di questi sono già suoi discepoli e che tra questi c’è un gruppo qualificato, da lui scelto, che in seguito, dopo la Sua morte e resurrezione, sarà inviato per annunciarlo. Ed ora l’insegnamento. Il termine beati significa fortunati, felici[iii]. Chi è fortunato, chi è felice? I poveri, che ora hanno fame, o che piangono, perché rideranno, saranno saziati, perché già da ora possiedono il regno di Dio. E quando saranno odiati, messi al bando, insultati e disprezzati, tutto a causa di Lui, ebbene in quel momento si dovranno rallegrare, esultare perché c’è una grande ricompensa per loro. Così accadde anche ai profeti, cioè di essere perseguitati. Al contrario, guai ai ricchi, perché nella ricchezza hanno già la loro consolazione; allo stesso modo guai ai sazi perché avranno fame, a chi ora ride, perché sarà nel dolore e piangerà; a coloro che riceveranno lodi da tutti, così fecero anche con i profeti falsi. Cosa significano le parole di Gesù, il suo discorso? È venuto a rivelare che le cose cambieranno, a manifestare Dio da che parte sta. Chi trova nella ricchezza consolazione, nella sazietà e nel riso, non quello sereno di un cuore sincero, ma del gaio che cerca solo divertimento, il motivo della propria vita, sappia che la sua sorte sarà capovolta. Dio, infatti, conta già ora tra i suoi i poveri, gli affamati, chi piange e tutti coloro che avranno la stessa sorte che ebbero i profeti d’Israele. Sorte non voluta da loro e neanche da Dio, ma causata dagli uomini perché parlavano e insegnavano i comandamenti e per questo venivano perseguitati e soffrivano, come avvenne poco prima a Giovanni il battista (Cfr. Lc 3,7-20), ma si rallegreranno.