Alcatel: si perde il filo di Arianna

Aldo Bianchini

Un comunicato della Fiom-Cgil, datato 9 febbraio 2010, parte con una frase ad effetto: “In un recente articolo di un giornale salernitano sono riportate <suggestive> interpretazioni della vertenza Alcatel di Battipaglia”. Il comunicato continua, poi, con una serie di precisazioni ed anche di argomentazioni che, ancorchè valide, necessitano di risposte precise anche perché credo (ma potrei anche sbagliarmi) che il comunicato in questione è diretto proprio al sottoscritto ed ai miei articoli del 4 e 9 febbraio scorsi. Mi preme innanzitutto ribadire che in questo Paese l’azione dei Sindacati (senza distinzione di colore) è stata, è e sarà sempre un’azione rivolta alla tutela dei lavoratori e finalizzata ad un alto livello di contrattazione, sempre nel rispetto dei ruoli. Non dobbiamo mai cadere nel “luogo comune” che essendo del sud non siamo credibili come avrebbe detto l’altro giorno un personaggio politico in visita agli operai in agitazione dinnanzi allo stabilimento Alcatel di Battipaglia. A quei lavoratori va, ovviamente, costantemente il mio pensiero e la mia solidarietà umana e professionale. Dobbiamo tenere alto il livello di contrattazione anche per non cadere negli errori storici che hanno determinato la fine della Marzotto, della MCM, dell’Ericson, dell’Etheco, dell’Ideal Standard e dell’Ideal Clima e della Nokia/Siemens, con l’aggiunta di alcune inchieste giudiziarie alquanto devastanti. Ha ragione il comunicato Fiom quando precisa che non si tratta di “cig” ma di “ds” per gli interinali. Ammetto l’errore materiale e mi chiedo sul piano pratico che cosa cambia se sempre di danaro pubblico si tratta. Se poi questo balletto si ripete per anni potrebbe venir fuori anche qualcosa di spiacevole. Il problema è e rimane sempre l’utilizzo di 300 interinali oltre ai dipendenti a tempo indeterminato che ogni buon “piano industriale” assicura di poter assumere. L’Alcatel-Lucent da oltre otto semestri chiude i bilanci in perdita. Nonostante questo gap, l’Alcatel contrariamente a tutte le altre multinazionali (Ericson, Nokia/Siemens, ecc.) è rimasta con una presenza produttiva rispondendo ad una logica oggettiva di risanamento e ristrutturazione aziendale su scala mondiale. Detto questo mi corre anche l’obbligo di precisare che, al momento, non conosco e non ho mai conosciuto Pierluigi Pastore di cui non conosco neppure le sembianze. Mi risulta, invero, che la Meditel (di Pastore) non ha in atto alcun “contratto di solidarietà” e che la stessa Meditel non è altro che un riferimento nella “costellazione Pastore” presente in altre località con stabilimenti e interessi azionari; soltanto nei pressi di Napoli ha un altro insediamento con oltre cinquanta dipendenti. Quindi è “Pastore”, e non semplicemente la Meditel, che è sceso in campo ed ha prodotto il piano industriale di acquisizione e risanamento dell’Alcatel  avente lo scopo di attivare in un periodo di tempo determinato la conversione del sito produttivo. L’operazione di prima esternalizzazione di dieci anni fa di cui Pastore si è fatto carico ha prodotto, ai fini Alcatel, effetti assolutamente rispettabili con la stabilizzazione di oltre 50 addetti più una fetta residua dei lavoratori ex Moc e ulteriori nuove assunzioni, ha raddoppiato il fatturato industriale, ha creato nuova occupazione in laureati e diplomati, non dipende da ordini di lavoro commissionati solo da Alcatel, il tutto in un buon clima delle relazioni industriali. Se poi, a ciò, si aggiunge che nei piani futuri c’è il mantenimento dei livelli occupazionali nei primi anni  e la sicurezza di utilizzo per oltre 150 interinali fissi in rotazione, penso si possa poter dire che il progetto Pastore è sostanzialmente presentabile e accettabile anche sulla base della rinuncia a distribuire dividendi per 5 anni e a certificare il  bilancio con l’impegno di investimenti per circa 9 milioni di euro in quattro anni e tenuta di tutto l’assetto industriale. Va detto che le gravi vicende che hanno interessato la Meditek (fornitore non esclusivo della Meditel), se vere, vanno perseguite e puniti; ma su questo, credo, nessuno possa avere dei dubbi. Al punto “5” il comunicato della Fiom chiede “il pieno mantenimento degli addetti Alcatel e interinali”. Ed è sempre questo, ripeto il problema. Meglio chiudere tutto o verificare e semmai accettare l’offerta cercando altrove la soluzione per la sistemazione degli interinali fuori gioco? La risposta non spetta a me, la devono dare i sindacati e le istituzioni (ivi compresa la Provincia), ma se si parte da posizioni preconcette probabilmente non si va da nessuna parte. Infine una precisazione per la Meditek di Claudio Rinaldi. E’ bene sapere che Rinaldi non era genericamente “un ex sindacalista” ma il segretario Fiom/Cgil dell’Agro Nocerino/Sarnese che è cosa leggermente diversa dal semplice sindacalista. Per non deludere i miei lettori nella prossima puntata sarò più precisi sia per Rinaldi (fruitore di una piccola parte –che dura da dieci anni- della prima esternalizzazione per l’avvio della sua attività imprenditoriale) che per la seconda esternalizzazione. Sembra quasi come se si volesse a tutti i costi discreditare la Meditel; e perché? Il pronto soccorso di giovedì 11 febbraio del segretario della FIM/Cisl e della FIOM/Cgil (assente il segretario della UILM) per ottenere il mandato delle maestranze di Alcatel/Lucent non è riuscito. Il piano era semplice: mettere fuori gioco definitivamente l’imprenditore salernitano Pierluigi Pastore e puntare sull’imprenditore Vivado (con Telerobot) in quanto ritenuto l’unico capace di rispondere alle esigenze di un cosiddetto piano affidabile. Da fonti certe la Esacontrol solo oggi paga gli stipendi del mese scorso senza ticket mensa perché non più sostenibile dal credito e pressato da eventuali creditori. Nella sceonda esternalizzazione bisogna sostenere Esacontrol, e ripeto la domanda sul perché e sulla credibilità del piano industriale; ovvero chi c’è dietro Esacontrol?  L’assemblea con i “nazionali” ha condiviso un comunicato “”non va bene il piano Pastore, non va bene Vivado, Alcatel o la morte””.

4 pensieri su “Alcatel: si perde il filo di Arianna

  1. Eccole di seguito la prova di un altro errore materiale.
    La prego di informarsi con maggior cautela.
    Inoltre, sebbene Lei dichiara di non conoscere Pastore, lei conosce dettagli del piano di esternalizzazione ad oggi non ancora resi pubblici se non all’interno della cerchia di brave persone che lo hanno escogitato.
    MINISTERO DEL LAVORO, DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI
    COMUNICATO
    Provvedimenti concernenti la concessione del trattamento straordinario di integrazione salariale
    ……………….
    Con il decreto n. 45193 del 2 marzo 2009 e’ stato concesso, in favore della Meditel S.r.l., con sede in: Battipaglia (Salerno), unita’ di: Battipaglia (Salerno) il trattamento straordinario di integrazione salariale per contratto di solidarieta’ per il periodo dal 23 gennaio 2009 al 22 gennaio 2010.
    ……………….

  2. Alcatel paga ed ha pagato il lavoro commissionato alla Meditel, per la subfornitura di alcuni prodotti elettronici, 20 Euro/ora. Meditel subcommissionava alla “MediteK” a 3 Euro/ora. Con circa 50000 Ore annue, Alcatel paga 1 milione di Euro alla Meditel che ne spende solo 150mila.
    Bisogna spiegare dove sono finiti i 750mila euro annui di differenza (in 10 anni sono circa 7 Milioni di Euro).
    Cara Alcatel dovresti aprire gli occhi

  3. Come lei, io non conosco il Pastore e pertanto non mi permetto di giudicare il suo operato. Conosco però il sig. G. F. Vivado e i dipendenti dello stesso, le posso garantire che è una persona stimata nel suo ambiente e che fino ad oggi, almeno da quando ha rilevato lo stabilimneto di Maddaloni (ex Alcatel) ha sempre tenuto fede agli accordi presi sia al MSE che in sede di confindustria (CE), pagando regolarmente sia le dovute spettanze ai propri dipendenti sia i fornitori. Ovviamente c’è anche da dire che trattandosi di un’azienda in fase di start up, inizialmente ci sono stati problemi legati sia al momento di mercato poco favorevole che di credibilità da riacquistare, (immagine distrutta e deteriorata dall’azienda precedente gestita dallo stimatissimo prof. CENCIARINI ALCESTE).

  4. Pastore ve lo raccomando… è un vero FALLIMENTO – farà Fallire anche questa sua nuova iniziativa così come ha fatto fallire qualche anno fà la sua INTELNA srl di Napoli – SCAPPATE SCAPPATE

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