Regionali: de Cristofaro, Sinistra Ecologia Libertà "La terza via della scuola"

“La terza via della scuola- sostiene la candidata alle regionali per Sinistra Ecologia Libertà Lucia de Cristofaro- . Le nuove statistiche evidenziano una scuola a due velocità tra nord e sud, dove quest’ultima ne esce piuttosto malconcia, soprattutto per il grado delle  elementari”. Il commento della candidata alle regionali per Sinistra Ecologia Libertà Lucia de Cristofaro, che aggiunge: “Qualche anno fa iniziò all’interno della scuola italiana il Progetto Qualità, lo stesso unitamente ad una serie di iniziative ed interventi per migliorare il servizio e dare agli utenti una scuola di “qualità” . Prevedeva, e prevede, la redazione da parte degli alunni delle classi seconde ( età sette anni) e delle classi quinte lo scorso anno e delle classi quarte gli anni precedenti ( età nove, dieci anni) di appositi questionari che accertassero sia le competenze logico-matematiche, sia le competenze linguistico-espressive. Secondo quanto emerso dalle prove dello scorso anno e riportato a grandi titoli su tutti i media, la scuola del sud non ha riportato buoni risultati, anzi appare chiaro che i nostri alunni hanno delle competenze molto al disotto di quelli del nord. Ciò che gli addetti ai lavori della rilevazione dati e i media non hanno detto è come lo scorso anno, rispetto agli anni precedenti queste prove siano state effettuate e di come questa netta differenza prima non c’era  (fino agli anni precedenti i risultati  si equiparavano). Allora cosa c’è che non è andato bene lo scorso anno? La risposta va trovata non nei risultati, ma nella proposta delle prove. Lo scorso anno, infatti, le prove, almeno quelle che sono arrivate nelle scuole elementari del Sud, non sono state somministrate all’intero gruppo classe degli alunni, ma ad un campione  scelto a caso dal computer centrale della Pubblica Istruzione sull’intero numero di alunni di tutte le classi parallele di seconda o di quinta del Circolo Didattico (ciò forse per risparmiare risorse sulla successiva rilevazione dati, ovvero avere meno prove da correggere). Il risultato è stato che per un gioco della sorte in molti casi sono stati proprio quegli alunni di media appena sufficiente (ogni classe su venticinque alunni ne ha di sicuro cinque appena sufficienti) ad essere scelti, se non alunni diversamente abili che nel precedente anno non erano ancora stati certificati; inoltre le prove che avevano avuto sempre un tempo giusto per la compilazione sono state articolate in modo non certo adeguato né ai programmi, chi ha predisposto i questionari non sapeva che alcuni contenuti non fanno più parte del programma elementare, né a quanto indicato negli anni dalla pedagogia classica in relazione alle fasi dello sviluppo cognitivo del bambino. Per portare un esempio le prove previste per gli alunni di classe II, ossia bambini di 7 anni, prevedevano la compilazione di un questionario con ben 32 quesiti, cui rispondere con trenta minuti a disposizione, quindi meno di un minuto a quesito in cui effettuare: la lettura, la comprensione, l’applicazione della logica e l’esecuzione dello stesso. Non credo che a tal proposito ci possano essere commenti. Il dato valutativo emerso, infatti, non è stato tanto in relazione alle risposte sbagliate, ma al fatto che la quasi totalità degli alunni non è riuscito a completare la prova. Concludendo si potrebbe ipotizzare che in scuole meno fiscali, forse i docenti hanno dato più tempo, proprio in considerazione delle difficoltà emerse al momento dell’apertura delle buste con gli anzidetti quesiti  e ciò ha dato fatto pervenire al falsato dato dell’inadeguatezza cognitiva dei bambini della Campania e del Sud Italia. Una Campania che è sempre stata fucina di menti che hanno dato, e continuano a dare, lustro ai nostri territori segno che una scuola tesa alla concettualizzazione, al libero pensiero ed alla elaborazione logica corretta e rispettosa della crescita individuale, è forse più  arricchente e preparatoria  di una scuola da quiz televisivo, dove bisogna scegliere tra “la uno, la due o la tre”, come affermava Mike Buongiorno”.