Vita di Missione: perchè oggi è Natale?

Padre Oliviero Ferro

Piano piano una piccola goccia si lascia cadere dal tetto di una capanna. Era piovuto molto la notte. Lei si era addormentata sulla paglia del tetto. E quando aveva aperto gli occhi, si era  sentita sola. Tutte le sue sorelle se ne erano già andate. Il sole le aveva fatte evaporare e se ne erano andate in qualche nuvola, la dietro i monti Bambutos. Lei non sapeva più cosa fare. Era una piccola goccia camerunese, piccola ma aveva delle grandi ambizioni. Voleva dissetare qualcuno. Ma come fare? Si era affacciata verso il limite del tetto e aveva visto che in basso c’era una piccola bacinella. Detto,fatto. Si lascia cadere giù. Per fortuna non era sola. Altre gocce, prima di lei, avevano avuto la medesima idea. E mentre pensava a cosa poteva fare, una mamma si avvicina tutta allegra e le prende. Le mescola con la farina di mais. Voleva preparare il pranzo di Natale per la sua famiglia. Non aveva molte cose. Ma pensava di fare qualche cosa di speciale per i suoi bambini, quando sarebbero ritornati a casa dalla messa di Natale. Pensava e poi pensava.  “Farò una bella polenta di cuscus con il mais. Poi un bel pollo con delle patatine e alla fine dei bignè e un torta. Così tutti saranno contenti” e incominciò a lavorare. La sua amica Maria, la sua vicina di casa, era venuta a visitarla. Le chiese cosa stava facendo. Le chiese:”Ma tu sai perché Oggi è Natale?”. Odette,così si chiamava la mamma, le rispose:”Un po’. I miei bambini me le hanno spiegato. Mi hanno detto che tanti anni fa, una ragazza di nome Maria,come te, ha avuto un bambino, di nome Gesù. Ha fatto del bene a tante persone ed è morto per noi. Veramente non ho capito bene perché. Ma vedendo la gioia dei miei bambini quando mi raccontavano queste cose, credo che sia qualcuno che ha fatto delle belle cose”. Maria era tutta contenta di ascoltare le spiegazioni della sua amica e così decise di darle una mano a preparare il pranzo. Aveva portato anche delle uova. A Nefa c’erano tanti pollai e tante galline. Il tempo passava veloce. Ad un tratto, sentirono le voci dei bambini che gridavano:”Bonne Noel, maman. Buon Natale, mamma. Come è stata bella la messa. Papà era contento. Ma ora abbiamo fame. Cosa hai preparato di buono? Sentiamo un profumino…”.E così, semplicemente, si misero tutti a tavola. Odette era l’invitata principale. Semplicemente e con gioia condivisero la festa di Natale.

3 pensieri su “Vita di Missione: perchè oggi è Natale?

  1. Caro Padre Oliviero, Lei descrive in modo molto efficace il sentimento che dovrebbe animare la ricorrenza del Natale. Lo stare insieme, il donare qualcosa, e cosa meglio del proprio tempo per strappare un momento di gioia al vivere spesso amaro? Tanto per chi sia credente o meno, ma sia persona sincera prima di tutto con se stesso e coerente di fronte ai propri simili, la figura di Gesù Cristo è esemplare. Purtroppo nel nostro Paese il Natale non si vive più come un momento di incontro, almeno questa è la mia percezione. Lo scorso Natale, però, io e la mia famiglia abbiamo vissuto un momento che non dimenticherò. Nell’appartamento sopra il nostro abita una famiglia musulmana, con due bimbi piccoli, l’ultimo nato da pochi mesi,il più grandicello di soli tre anni. Questo bimbo non parla italiano eppure quasi ogni giorno abbiamo giocato con lui che lanciava i giochi sul nostro terrazzo e uno di noi a rilanciarglieli, comprendendoci perfettamente. La vigilia di Natale ci incrociamo sulle scale, loro ci fanno gli auguri di Natale e Le assicuro che sono tra i più sentiti che abbiamo ricevuto.Il mare, in fondo, è fatto da tante gocce.Cordialmente.
    Giovanna Rezzoagli

  2. Leggendo il suo racconto, caro padre Oliviero, mi sono tornati alla mente questi versi del “Natale” manzoniano:

    Dalle magioni etèree
    sgòrga una fonte, e scende,
    e nel borron de’ triboli
    vivida si distende:
    stillano mèle i trnchi:
    dove copiano i bronchi,
    ivi germoglia il fior.

    Finché c’è poesia, c’è speranza.

    Un sentito grazie da Fulvio Sguerso

  3. Certo che essere paragonato al manzoni, è un onore troppo grande, però non vorrei fare la fine dei capponi di renzo(che si litigavano tra di loro). A me piace sempre l’addio di Lucia al suo paesello.quante volte l’ho fatto per andare lontano. in ogni caso un grazie per quello che hai scritto p.oliviero

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