Il “Fiore di Seta” di Sanremo

di Rita Occidente Lupo

E Povia risfida l’Ariston con un’altra canzone, contemporanea, nella sua provocazione. Perché la stessa morte diventa agitatrice di dissensi, quando apre il varco all’eutanasia. Un testo che rimanda al caso Englaro. E che invece i Maxiata, giovane rock band di talento dell’Aquila, già emersa in occasione d’un altro testo sull’Aquila, terra martoriata dal sisma, offre al pubblico. ‘Fiore di seta’, composta nel febbraio 2009, nei giorni dell’agonia di Eluana, nella 60^edizione del Festival della canzone italiana. Parole dolcissime, di raffinata sensibilità, che sembrano muoversi nella trasparenza dei giorni. E nell’aleatorietà dell’esistenza. Ma che invitano a lasciar andare la vita. A staccarla quando diventa insopportabile. Un grido verso la libertà , un legittimare la scelta di Beppino, in un clima d’austera laicità. Che sa di religioso, in quel salto verso una dimensione escatologica. Ma che rimane pur sempre un insistente invito all’eutanasia. Questa la verità che ancora rimane a distanza di tempo, rileggendo le ultime ore della vita d’Eluana. Di una tragedia che ha ricevuto troppa pubblicità nel suo dolore, per assurgere a testimonial d’una battaglia di liceizzazione. Non spazio per la sofferenza, se non nell’accondiscendente plauso alla voglia di gridare che Eluana avrebbe potuto ancora vivere, affidata alla carità delle religiose. Perché, la vita, non va recisa sulle ipotesi di testamenti biologici. Né staccata, dal suo bulbo vitale, sostituendosi a chi l’ha donata! Sarebbe il caso, almeno ora, di lasciar riposare in pace l’Englaro, senza strumentalizzarne più le sorti per battaglie politiche, in nome d’un laicismo che svilisce la dignità stessa d’essere al mondo!