Com&Te: la Bruttépoque di Pino Pisicchio

Aldo Bianchini

“Dopo la stagione del pragmatismo è giunta l’ora delle nuove culture politiche ?” , E’ questa la domanda che, in maniera anche sarcastica ma profondamente coscienziosa, l’autore pone anche al suo lavoro. Giuseppe Pisicchio, detto Pino, 55 anni, è ricercatore universitario di scienza della politica, giornalista e deputato nazionale ed europeo in diverse legislatura. Ha anche accumulato varie esperienze di governo facendo il capogruppo e il presidente della commissione giustizia alla Camera ed anche il coordinatore nazionale del partito. Nella cornice molto elegante e sofisticata del Ristorante Evù di Vietri sul Mare è stato presentato il suo ultimo lavoro letterario (ha scritto 53 libri) dall’accativante titolo “La Bruttépoque –politica e italiani antropologicamente modificati” nell’ambito del ciclo di presentazioni organizzato da Com&Te per la IV edizione di “Premio e rassegna letteraria” fortemente voluta ed ottimamente organizzata dal presidente Pasquale Petrillo e dalla responsabile della comunicazione Silvia Lamberti. Pino Pisicchio approda in politica grazie alla Democrazia Cristiana poi passa con Rutelli alla Margherita ed infine sempre con Francesco Rutelli fonda “Alleanza per l’Italia”. Ma in fondo la politica che cos’è ?  Cerca di spiegarlo l’autore e dice: “Ma la politica è anche e soprattutto cultura e progetto per l’uomo, per la sua città, per il suo benessere. E’ visione che si fa legge. È sistema coerente,, è regolazione di rapporti sociali. E’ dunque pensiero prima, e poi azione orientata da quel pensiero. Dopo è anche comunicazione, ma dopo”. Una descrizione della politica con la “P” maiuscola che non manca di suscitare qualche perplessità tra gli attenti e numerosi spettatori. Insomma quasi come dire che la politica non dovrebbe allontanare la gente ma coinvolgerla in un discorso costruttivo per il benessere di tutti. L’on. Pisicchio per sgombrare qualsiasi perplessità aggiunge: “Il precipizio in  cui è caduta la politica (la bruttépoque) ha preteso di rimuovere il pensiero investendo esclusivamente sull’annuncio, non importa se contraddittorio perché all’overdose informativa vale solo l’ultimissima notizia e il consenso istantaneo”. Non c’è che dire, una spiegazione precisa e concisa che lascia tutti pienamente soddisfatti. Le presentazioni, ovviamente, le fa il presidente Petrillo che saluta il sindaco di Vietri Franco Benincasa e illustra la vita, l’opera e l’azione letteraria dell’on. Pisicchio che saluta subito sia Vietri che Salerno non fosse altro perché la sua consorte è salernitana d’origine.  Secondo Pisicchio gli italiani in genere sarebbero OGM (organismi geneticamente modificati) soltanto quando vanno alle urne e vengono presi nel vortice della “bruttépoque, cioè l’imbarbarimento della politica (di quella di Platone nelle piazze è rimasto solo un pallido ricordo  !!) e il suo trascinamento in un grande frullato: politica, sport, spot, messaggi mediatici e quant’altro la modernità globale possa servire. Oggi –dice l’autore- esiste solo il capo e il popolo, saltando in un sol colpo tutto quello che c’era in mezzo: la rappresentanza democratica popolare; si scelgono le facce e non i contenuti e il pensiero. Questo è il buco nero nel quale ci siamo infilati e dal quale, al momento, è difficile uscire. Nel momento in cui –continua Pisicchio- avremmo bisogno di un di più di politica e di partecipazione, tutto si è ridotto ad una sorta di grande fratello popolar nazionale. Servela certificazione della notorietà che, per il nuovo sistema, è già consenso. I valori della bellépoque si recuperano, fortunatamente, in sede locale ed è proprio da lì che bisogna ripartire. Il sindaco Benincasa saluta tutti e ringrazia Com&Te per la presenza a Vietri. La politica nazionale –afferma Benincasa- è soltanto una fiction lontana mille miglia da quella reale. E c’è un altro problema legato ai soldi, oggi la politica costa molto di più rispetto al passato e il danaro governa tutto causando l’abbassamento dei livelli culturali, sociali e politici. Poi Benincasa parte a testa bassa all’attacco di Berlusconi accusandolo di aver sovvertito l’ordine moderato del Paese propagandando ogni giorno lo scontro e l’abbattimento delle istituzioni. Il vuoto che si è creato –dice Benincasa-  sta causando derive inarrestabili soprattutto tra i giovani e buona parte dei cittadini medi. Insomma secondo l’autore, ed anche secondo il sindaco Benincasa, Berlusconi è la bruttépoque; lui ha creato il format e gli altri si sono adeguati. Va detto, però, che la comunicazione politica l’ha inventata proprio lui sulle rovine della prima repubblica trasferendo in politica il marketing commerciale. Insomma, ammette Pisicchio, alla fine Berlusconi ha anche imposto un modello culturale basato esclusivamente sull’immagine televisiva e sulla mitizzazione del personaggio. Insomma Berlusconi –conclude Pisicchio- è riuscito a rimuovere quarant’anni di cultura democratica e partecipata legando l’Italietta di Mussolini con gli italiani della seconda  repubblica. E‘ questa la modifica antropologica che si verificata. Da qui il sottotitolo dell’opera che si presenta con una veste tipografica (Levante editori-Bari) innovativa e con un formato di 10×7 cm., come un tascabile utile per tutte le occasioni ed in ogni luogo. Ma dopo Berlusconi –conclude Petrillo- cosa ci rimane? La domanda è raccolta subito da Pisicchio che lancia la sua idea sotto forma di proposta di legge: “Una commissione costituente” composta da 100 saggi eletti dal popolo con il sistema proporzionale che al di fuori del Parlamento varino alcune riforme istituzionali. Hanno già aderito Pecorella a Tenaglia. Vedremo.