Vita di Missione: in movimento

Padre Oliviero Ferro

“Scouts,toujours prèts” (Scouts,sempre pronto). Erano le parole che risuonavano una domenica mattina nel cortile davanti alla chiesa parrocchiale.Ormai dal maggio 2003, ogni anno si rinnovavano le promesse del gruppo scout di Koptchou-Nefa. All’inizio eravamo pochi, poi piano piano sono aumentati fino a diventare un centinaio. Le varie attività: le uscite, i campi, i lavori(coltivazioni delle patate, dei peperoni, della manioca), i biglietti con le foglie di banano, le medicine tradizionali, i quadretti con i chiodi, le serate insieme al gruppo giovani, e alla fine, la grande capanna…tutto era servito per farci sentire insieme. Anzi ci facevamo sentire. I due che suonavano il tamburo e la grancassa erano molto rumorosi. Ma non era tutto qui. Come ogni gruppo scout, facevamo la formazione. Ci si aiutava nell’aspetto religioso (preghiera e conoscenza della Bibbia), le attività fisiche (salita della corda, passaggio alla marinara), le costruzioni(capanne, sgabelli e altro), l’animazione(preparare le feste, le serate, le canzoni, i bans), le varie tecniche (nodi, segnali morse, segnali con le bandierine, la bussola, le carte topografiche, sapere orientarsi) e anche la formazione umana in tutti sensi, senza dimenticare la buona azione quotidiana. Si cercava di formare degli animatori, dei responsabili per le varie unità (lupetti,esploratori,rover). Non si dimenticava di rendere sempre più accogliente la sede. Le cose da ricordare sarebbero tante e sono custodite in un luogo speciale del cuore. I loro volti, i loro sorrisi, i loro desideri, la loro voglia di imparare e di fare sono sempre là, anche se ora sono a 6.000 km. Forse un giorno ci ritroveremo e avremo tante cose da raccontarci. Sarà passato qualche anno, ma “scout un giorno,Scout per sempre”. Non posso dimenticare anche i bambini dell’azione cattolica ragazzi. Quante belle cose abbiamo fatto insieme, le giornate diocesane, i giochi insieme, i canti. Si scherzava, si rideva e si condividevano le caramelle…Anche le mamme della Legione di Maria ci davano il buon esempio con la loro preghiera e il loro visitare le persone sole e ammalate. Lo facevano anche quelli del Rinnovamento nello Spirito. Ci hanno aiutati nella veglia di Pentecoste e dell’ultimo giorno dell’anno. Non posso, concludendo, dimenticare quelli della Confraternita san Nicodemo (i capi tradizionali cristiani). Ci hanno dato tanto, ci hanno riempito della loro stima e della voglia di essere cristiani convinti, anche se per loro, a causa della tradizione era difficile. Però erano là, insieme con gli altri a dire a tutti che per loro il più grande capo è Gesù Cristo. Grazie a tutti. Vi porto nel mio cuore sempre.