Anna Frank: il diario da censurare?

Giovanna Rezzoagli

Vivere sedici anni. Solo sedici anni, di cui dodici trascorsi nell’incubo della persecuzione nazista. Una vita vera, vissuta intensamente, nonostante, o forse proprio grazie alla precisa consapevolezza di appartenere alla parte sfortunata di quell’umanità disgraziata che popolò l’Europa, ma non solo, tra gli anni venti e gli anni cinquanta. L’epoca del secondo conflitto mondiale, l’epoca dell’odio che nasce dalla parte più meschina dell’animo umano, quella stessa parte che crediamo aliena ma che è presente in ciascuno di noi. Quel desiderio inconfessabile di essere noi meglio dei nostri simili, per paura, per spregio della vita, per non doverci mai specchiare negli occhi del diverso e scoprire che siamo tutti figli di un Dio minore. Anna Frank amava la vita, voleva viverla questa vita. Proprio questa creatura che aveva conosciuto lo schifo dell’esistenza affermava sincera di essere “Felice di natura, mi piace la gente, non sono sospettosa e voglio vedere tutti felici e insieme.” Quanti degli attuali sedicenni si pongono anche solo il problema di vivere, presi dalla febbre di un sabato sera da vivere sballati, o della domenica pomeriggio da vivere rimbecilliti dietro undici fantocci che rincorrono un pallone? A quanti di loro farebbe bene leggere la storia di Anna? Personalmente credo che faccia molto bene leggerla e rileggerla prima di arrivare a sedici anni, quando è tardi per imparare il rispetto ed è decisamente tardi per imparare a leggere. Nella scuola elementare è troppo presto? Secondo il deputato leghista Paolo Grimoldi è decisamente presto, perché i bambini potrebbero rimanere traumatizzati dalla parte in cui la giovane Anna scopre il suo corpo che cambia e si trasforma in quello di un’adolescente. Talmente preoccupato del turbamento dei piccoli, da chiedere nientemeno che un’interrogazione al Ministero della Pubblica Istruzione sull’opportunità di censurare la lettura del celeberrimo diario nelle scuole primarie. Senza nulla togliere alle lodevoli intenzioni pedagogiche del parlamentare, mi sembra interessante osservare che a nessuno dei nostri rappresentanti istituzionali sia mai venuto in mente quanti turbamenti possa procurare una trasmissione ad alto contenuto educativo quale “Grande Fratello” ai bimbi italiani. E’ un esempio tanto scontato che mi vergogno quasi a proporlo, ma credo renda bene il concetto. Alle elementari i bimbi conoscono molto di più dell’anatomia umana di quanto i loro fratelli maggiori conoscano l’uso del congiuntivo, per cui io credo che ben altre siano le “emergenze educative” di cui si dovrebbe occupare il Ministero. A meno che il Signor Grimoldi creda che dare fuoco ad un barbone nella civile Venezia sia meno “preoccupante” del possibile e presunto turbamento dei giovani scolari, che, se non altro avranno letto un libro. Anna Frank sognava un mondo che è ben al di là dal divenire.

 

 

2 pensieri su “Anna Frank: il diario da censurare?

  1. ….Ma nulla rimane fra noi della tua lontana sorella,
    Della fanciulla d’Olanda murata fra quattro mura
    Che pure scrisse la sua giovinezza senza domani:
    La sua cenere muta è stata dispersa dal vento.
    La sua breve vita rinchiusa in un quaderno gualcito.

    Da “La bambina di Pompei” di Primo Levi

    Chissà se il sig. deputato Grimoldi conosce questa poesia, anzi: chissà se conosce “la” poesia.

    Omnia munda mundi
    Nel caso il sig. deputato Grimoldi non leggesse il latino, significa: tutto è puro per chi è puro interiormente. La “pruderie” non è mai pura, anzi è sintomo di ipocrisia. (Speriamo che il sig. deputato Grimoldi legga almeno il francese!)

    Fulvio Sguerso

  2. Errata corrige: nel rileggere il mio commento mi sono accorto di un grave lapsus calami. La frase corretta di san Paolo (citata da padre Cristoforo nel cap. VIII dei Promessi sposi) è ovviamente “Omnia munda mundis”, dativo plurale e non genitivo singolare. Me ne scuso con i lettori.

    Fulvio Sguerso

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